Armi clandestine, il 39enne in carcere: «Custodivo le pistole, non le fabbricavo»

Armi clandestine, il 39enne in carcere: «Custodivo le pistole, non le fabbricavo»
di Teodora Poeta
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Domenica 28 Aprile 2024, 07:35

Lo scorso agosto sarebbe stato lui stesso a presentarsi dalle forze dell’ordine per denunciare le armi illegali che gli erano state consegnate in custodia e a quel punto sequestrate. Lo ha raccontato davanti al gip Marco Procaccini in fase di interrogatorio di garanzia il 39enne di Giulianova, Stefano Brecciarolla (difeso dall’avvocato Filippo Torretta), che qualche giorno fa è stato arrestato e condotto nel carcere di Castrogno su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla pm Greta Aloisi.
Davanti al giudice, che ha già convalidato la misura, avrebbe pure raccontato di essersi rivolto alle forze dell’ordine anche una seconda volta, lo scorso febbraio, sempre per lo stesso motivo, sostenendo, in pratica, di aver svolto solo un ruolo secondario in tutta questa vicenda, ossia quello di custode delle armi. Eppure al momento lui è l’unico indagato in questa inchiesta, accusato del reato di fabbricazione illegale di armi da fuoco, perché secondo le indagini del Gico della guardia di finanza dell’Aquila, che a partire proprio dallo scorso agosto hanno iniziato a tenerlo sotto controllo, le pistole modificate sarebbero state rese operative proprio grazie all’abilità del 39enne giuliese.
In totale nel suo laboratorio scoperto a Giulianova ne sono state sequestrate nove di armi, svariato munizionamento e la relativa attrezzatura utilizzata per modificare e pulire le pistole.

Si tratta di pistole scacciacani che dopo essere state alterate diventavano vere proprie armi da fuoco con tanto di caricatori, tutto pronto per il mercato della criminalità. Proprio lo scorso agosto, quando si sarebbe auto denunciato, il 39enne era stato anche arrestato e poi scarcerato dopo aver dato la stessa versione fornita anche oggi. Ma sono state nei mesi «l’utilizzo di molteplici tecniche e strumenti investigativi, l’attività di perquisizione e i servizi di osservazione – così come hanno evidenziato i finanzieri del Gico dell’Aquila - che hanno consentito di individuare e ricostruire le attività illecite» portate avanti da Brecciarolla, nei confronti del quale proprio nei giorni scorsi è scattata l’ordinanza di misura cautelare in carcere. Un’indagine che al momento prosegue, proprio per riuscire ad individuare la provenienza delle armi sequestrate modificate e rese operative e l’eventuale coinvolgimento di altre persone. Per il momento il 39enne resta in carcere.

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