Sulla sedia a rotelle dopo un incidente di moto, la seconda vita di Daniela: fa canottaggio e gioca a padel a Roma

De Blasis, 56 anni di Civitella Roveto, vive a Roma dove cinque anni fa è stata travolta da un'auto che le ha tagliato la strada

Sulla sedia a rotelle dopo un incidente di moto, la seconda vita di Daniela: fa canottaggio e gioca a padel
di Jole Mariani
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Domenica 1 Ottobre 2023, 08:18

Alle 22,30 del 12 ottobre del 2018, in pochi istanti la sua vita venne drammaticamente stravolta. Da allora non sente più le sue gambe, da metà busto fino ai piedi completamente paralizzata e da allora, da cinque anni, è su una sedia a rotelle dopo un terribile incidente con la moto a Roma. Una vita stravolta la sua dalla quale è nata comunque una seconda vita nonostante la disabilità, una vita piena di interessi. Daniela De Blasis, 56 anni, di Civitella Roveto, continua a fare canottaggio con il Gruppo Circolo Canottieri Tre Ponti di Roma e gioca a padel, sport che praticava già prima dell'incidente. In canoa ha attraversato molto spesso il Tevere e nel 2022 per due volte ha fatto la discesa del Danubio. Ha dovuto purtroppo rinunciare al calcio altra sua grande passione, ha giocato per squadre come l'Avezzano, la Roma, il Sora. Questa la vita, riassunta in breve, dell'atleta rovetana, che vive a Roma dove lavorava come garagista prima dell' incidente con la moto avvenuto nella città capitolina, in zona Prati.

«Quella sera - racconta Daniela - stavo tornando a casa in moto, dopo una partita di padel, quando un'automobile guidata da una ragazza mi ha tagliato la strada, inevitabile l'impatto. Sbalzata dalla moto dopo un volo non so di quanti metri, sono finita in fin di vita sull'asfalto. Pensavo di stare per morire, sentivo attorno a me solo il rimbombo di sirene di ambulanze, poi la corsa al Gemelli dove sono stata operata e la sentenza senza appello dei medici: "Lei non camminerà più». Daniela De Blasis, come tante altre persone cosiddette diversamente abili, è l' esempio di grande coraggio, piena di voglia di vivere. Di lei racconta nel suo libro "La mattina dopo" il giornalista Mario Calabresi. «Da disabile - dice Daniela - incontro quotidianamente difficoltà, a cominciare dalle tante barriere architettoniche che sono un po' ovunque. Lo sport, che ho sempre praticato, è parte integrante della mia seconda vita. Per il resto ciò che mi aiuta nelle mie condizioni, che mi aiuta a non pensare è il bene dei miei tanti amici e amiche. Per non parlare poi del mio angelo custode che ogni giorno si prende cura di me: mia sorella Luciana».

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