Giro d'Italia, Amador: «La rosa è mia ma vorrei darla al mio capitano Valverde»

Giro d'Italia, Amador: «La rosa è mia ma vorrei darla al mio capitano Valverde»
di Francesca Monzone
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Venerdì 20 Maggio 2016, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 21:41

Andrey Amador, il corridore del Costarica partito come gregario, adesso è uno dei migliori in classifica generale. Anzi, da oggi è il leader ed è entrato nella storia non solo perché ha indossato la maglia rosa, ma perché è il primo corridore del suo Paese ad aver ottenuto un risultato così importante.
La maglia rosa è sulle sue spalle e in casa Movistar che effetto le fa?
«Oggi per me è una giornata storica. Sono molto contento per il risultato perché non ero tra i favoriti. Poi in squadra ho dei compagni molto forti come Alejandro Valverde e Giovanni Visconti».
Qual’era la tattica della Movistar oggi?
«La Movistar in corsa aveva più di un corridore per realizzare un risultato importante e la tattica è stata perfetta. Abbiamo ottenuto la maglia rosa e un secondo posto con Visconti. Giovanni oggi non ha vinto, ha una buona posizione in classifica generale, è caduto e in corsa ha speso tantissime energie. Mi dispiace veramente per lui perché poi abbiamo avuto anche altri corridori che hanno controllato la fuga. Visconti ha fatto una bellissima gara. Domani noi partiremo con la situazione ideale».
Cosa vuol dire per il Costarica conquistare la maglia rosa al Giro d’Italia?
«Il mio è un Paese molto piccolo ma anche noi abbiamo la nostra tradizione nel ciclismo. Parlo di Alessandro Ramirez un giovane e Bonigia, un ex professionista che mi ha aiutato ad arrivare a correre in Spagna e diventare professionista. Oggi il Costarica è organizzato molto bene per questo sport e ci siamo internazionalizzati. E siamo contenti di poter contribuire allo sviluppo del Paese con questo sport e i miei connazionali seguono le mie corse. Ogni giorno facciamo dei progressi.»
Domani lei e la Movistar partirete con la maglia rosa. La squadra lavorerà per lei o sarà un gregario di Valverde?
«Da quando siamo arrivati in Italia il leader indiscutibile è stato Alejandro e sappiamo che tipo di fenomeno è e la squadra è in una condizione fantastica anche se abbiamo perso Moreno, un corridore che sarebbe stato molto importante per le tappe di montagna. Ma ha dovuto lasciare per una clavicola rotta. Domani non abbiamo ancora parlato bene su come fare la corsa, però è certo che ci auguriamo che Alejandro possa essere il mio successore e vestire la maglia rosa. So chi sono e da dove vengo e non ho nessun problema a dedicarmi ad Alejandro nella tappa di domani e sono contento di poter dare il 100 per cento per lui. L’obiettivo della squadra è quello di arrivare in rosa alla ventunesima tappa, l’abbiamo già dalla tredicesima e direi che non è male come risultato»
Nel 2011 al Tour ha corso con una terribile ferita sulla caviglia. E’ più orgoglioso per quell’impresa o per aver conquistato oggi la maglia rosa?
«»Sono due situazioni molto diverse. In quell’anno ero al mio primo Tour ed ero orgogliosissimo di esserci.

Alla prima tappa mi sono infortunato seriamente e avrei potuto ritirarmi, ma non ho voluto e sono rimasto in squadra perché sapevo che avevano bisogno di me. Oggi la situazione è molto diversa, sento che tutti i sacrifici fatti sono serviti e con la maglia conquistata oggi, sono stato ripagato di tutto».

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