Atletica, un Golden Gala
all'insegna del salto in alto

Atletica, un Golden Gala all'insegna del salto in alto
di Carlo Santi
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Mercoledì 4 Giugno 2014, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 08:46
Un grande meeting e pazienza se quest’anno manca Bolt, l’attrazione delle ultime edizioni. Il Golden Gala Memorial Pietro Mennea, quarta tappa della Diamond League, si annuncia meeting di alto livello. Ci sono molti campioni olimpici e mondiali, c’ il gotha dell’atletica e quasi certamente anche i kenyani Kiprop e la Sum che la loro Federazione ha fermato per via dei Trials. Una situazione che sta per essere sanata. Difatti, il no riguarda solo loro e non gli altri. Questione di accordi per il via libera che tradotto vuole dire una transazione.

Golden Gala all’insegna del salto in alto maschile dove l’obiettivo è battere il record del mondo, il 2.45 di Javier Sotomayor, primato che risale al luglio del ’93. L’Olimpico, che aspetta 50 mila spettatori, è abituato al record visto che nell’agosto dell’87, ai Mondiali, la bulgara Stefka Kostadinova è arrivata a 2.09, misura che resiste ancora. Domani sera a insidiare il record del grande cubano ci provano almeno in tre: Bondarenko, Ukhov, Barshin. Tre storie speciali anche se incuriosisce quella tra Bondarenko e Ukhon, campioni dell’ex grande Unione Sovietica. È ucraino il primo, russo il secondo, e sembrerebbero atleti rivali anche per via delle vicissitudini dei loro Paesi. Nulla di tutto ciò: Bodhan e Ivan sono amici, con il primo che si è offerto per fare da interprete al secondo. Le diatribe di casa sembrano lontane dalla loro vita. «Sono stato molto in giro, in tutto il mondo - ha osservato Bondarenko che lo scorso anno ha tentato in più occasioni di arrivare a 2.46 - e ho trascorso recentemente due settimane in Estonia. Ho pensato sempre e solo al salto in alto. E poi io di politico non mi occupo». Stesse corde ha toccato Ukhov, 2.42 quest’inverno al coperto a Praga e oro olimpico a Londra 1021, e famoso perché un giorno del 2008 si è presentato in pedana a Losanna ubriaco. «Non voglio parlare di politica - ha detto Ivan - non me ne occupo e ne so davvero poco». Barshin, atleta dal Qatar che ha già saltato quest’anno 2.37 (il migliore è Ukhov con 2.41) è pronto alla sfida. «Sarà una bellissima gara. Il record del mondo? Possibile. Le novità tecniche? Credo ci sia solo molta più competitività adesso con tanti bravi atleti». Da tenere sotto controllo anche il canadese Derek Drouin, 2.40 quest’anno, e da osservare anche l’azzurro Marco Fassinotti, 2.34 quest’inverno al coperto. La gara ha avuto la enedizione, se così possiamo dire, di una grandissima della specialità, Sara Simeoni.

Non c’è Usain Bolt ma a Roma è tornato Justin Gatlin, l’americano che lo scorso anno ha battuto il Fulmine. Gatlin ha già corso in 9.76 sabato scorso a Eugene anche se aiutato dal vento (2,7 metri) e adesso si dice già pronto per una grande prestazione nei 100. Nella distanza doppia, invece, abbiamo curiosità di vedere in azione Andrew Howe. C’è il francese Christophe Lemaitre che effettuerà un buon test mentre l’azzurro, reduce da un grande allenamento sabato scorso a Rieti (due volte i 100 in 9.7 e 9.8 e tre i 300 tra 33.1 e 33.3) dovrà tenere a bada, prima degli avversari, la sua emotività visto che manca da competizioni di alto livello da molto tempo. Potrebbe, domani, correre intorno ai 20.60 o poco meno.

Ricco programma tra le 18.15 e le 22.15 con i 400 metri dove spicca LaShawn Merritt, gli 800 con l’etiope Aman, i 1500 con Kiprop (se avrà l’ok dalla sua Federazione). Da osservare una bella gara di triplo con i nostri Greco, Donato e Schembri impegnati dallo statunitense Taylor e dal cubano Martinez. Tra le donne spiccano i 100 con la giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce, i 100 ostacoli con Brianna Rollins, campionessa del mondo, e le nostre Borsi e Caravelli. Nei 5000 metri c’è l’etiope Genzebe Dibaba e nel peso la neozelandese imbattibile Valerie Adams.

Gli ingredienti per un grande meeting ci sono tutti.