La boxe azzurra riparte dai maestri di Cuba, Lai: «Dovevamo resettare tanti veleni»

La boxe azzurra riparte dai maestri di Cuba, Lai: «Dovevamo resettare tanti veleni»
di Stefano Buttafuoco
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Domenica 31 Dicembre 2017, 11:00
Il neo Presidente della FPI Vittorio Lai lo aveva inserito tra i punti del suo programma prima delle elezioni vinte a febbraio di quest’anno e qualche giorno fa c’è stata l’ufficializzazione. A guidare la ricostruzione dello staff tecnico della FPI, in vista dell’Olimpiade di Tokyo 2020, saranno due maestri cubani: Gerardo Gonzalez Biscet (56 anni) e Jorge Valdez Perez (62 anni), coadiuvati da Giulio Coletta, Gianfraco Rosi e Maurizio Stecca. Il nuovo direttore tecnico delle rappresentative Elite, Youth, Junior, Schoolboy maschili sarà Giancarlo Ottavio Ranno mentre direttore tecnico del settore femminile sarà Emanuele Renzini, supportato da Laura Tosti e Valeria Calabrese. La squadra delle Wsb infine sarà affidata a Biagio Zurlo.

Una vera e proria rivoluzione - quella portata a termine da Lai - che come tale ha però suscitato diverse polemiche. Nella FPI sono tesserati infatti circa 2.300 tecnici italiani e molti avrebbero preferito che la scelta ricadesse su un nostro connazionale.

Presidente, cosa l’ha spinto a orientarsi su due maestri stranieri ?
«Ho voluto optare per due persone super partes perché ritengo che il settore dovesse riniziare da zero e resettare tanti veleni che si erano accumulati nel tempo. Biscet e Perez sono due allenatori di esperienza e di spessore internazionale, già collaboratori della nazionale cubana, non sono due sprovveduti. E’ chiaro che quando si fanno delle scelte non si può accontentare tutti».

Secondo alcuni, operando in questo modo lei avrebbe sminuito il lavoro dei tanti tecnici italiani tesserati per la FPI. Cosa si sente di rispondere?
«Ho stima e rispetto per tutti i tecnici italiani, non potrebbe essere altrimenti. Se gli abbiamo assegnato questo titolo è perché se lo meritano. Ma la mia è stata una scelta di tipo strategico. C’era bisogno di una scossa, di elementi che venissero dall’esterno e che potessero esprimere le proprie capacità senza alcun genere di condizionamento. Da questo punto di vista sono sicuro che i due cubani faranno bene e che finalmente tutte le potenzialità dei nostri atleti potranno emergere al meglio. Una cosa però voglio che sia chiara. Al centro del nostro progetto ci saranno i tecnici dei vari comitati regionali. Loro e solo loro dovranno creare i campioni del futuro. La Nazionale dovrà essere un punto di arrivo. Biscet, Perez, Stecca, Rosi e Coletta parteciperanno a degli stages su tutto il territorio per cercare i nuovi talenti proposti dai tecnici e decideranno le convocazioni autonomamente dando la preferenza agli atleti più seri sul piano comportamentale. Chi viene in Nazionale deve sentirsi orgoglioso di indossare i nostri colori e deve avere innanzitutto tanta disciplina».

Maggiore disciplina e cos’altro?
«Chiederà ai nuovi responsabili tecnici di riproporre uno stile più consone alla nostra tradizione. Basta pugili con braccia basse, è ora di tornare ad una boxe più concreta: braccia alte, movimento di gambe e colpi decisi». 

Ma perché tutte queste polemiche?
«In Italia c’è la cattiva abitudine di giudicare prima di vedere i risultati del lavoro. Seminare veleno non fa bene a nessuno, soprattutto al movimento che sta vivendo un buon momento. Quest’anno c’è stato il record di società tesserate e di iscritti alla Federazione. Nel settore professionistico abbiamo pagato una fase di ricambio generazionale ma oggi possiamo contare su atleti che potranno fare bene come Turchi, Morello, Magnesi, Forte ed altri. Tra i dilettanti negli ultimi Mondiali Youth Femminili abbiamo ben figurato ed avremmo meritato almeno due medaglie d’oro. Anche sul piano della comunicazione le cose stanno migliorando. Nell’ultima stagione abbiamo fatto vedere in tv gratuitamente tanti incontri di ottimo livello, abbiamo concluso accordi importanti con network e giornali ed abbiamo rafforzato l’offerta Web incrementando il live streaming sul nostro canale ufficiale Youtube. Ora era il momento di mettere mano al settore tecnico e lo abbiamo fatto».

Quanto costeranno i due allenatori cubani?
«I due tecnici costeranno complessivamente alla FPI circa 2.000 euro al mese ciascuno. Abbiamo contattato anche qualche tecnico italiano ma nessuno si sarebbe trasferito ad Assisi a queste cifre lasciando la propria palestra e la propria famiglia. Tra l’altro vorrei precisare come entrambi saranno in prova per tre mesi prima di essere ingaggiati per i prossimi tre anni. Insomma, noi non buttiamo al vento le risorse a disposizione. Ci riteniamo una Federazione responsabile, vogliamo fare un passo alla volta, senza lanciarci in voli pindarici che potrebbero trasformarsi in rovinose cadute. Mi auguro che almeno questa qualità ci possa venire riconosciuta dagli appassionati di boxe e più in generale di sport».
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