E di quel linguaggio universale Tamberi, Paltrinieri e Straneo sono interpreti perfetti. Ognuno di loro con storie che sottolineano la rincorsa del sogno. Tamberi era tra i favoriti per l’oro olimpico di Rio, ma un brutto infortunio lo ha messo ko poco prima dei Giochi. Da allora è cominiciata la rincorso di un sogno chiamato Tokyo 2020. «Mi sto allenando tanto e farò in modo che i miei sforzi vengano ripagati. Il destino deve ridarmi ciò che mi ha tolto – ha detto il saltatore azzurro - Dimostrerò di cosa sono capace, arriverò alle Olimpiadi. Nulla potrà fermarmi da qui a Tokyo». E, per concludere l’intervento, applauso ritmato dei presenti “aizzati” da Nicola Savino, e Gimbo che mima un salto in alto per far capire che, sì, in qualche modo la rincorsa è partita.
Valeria Straneo, per scoprirsi campionessa di maratona, è dovuta passare per un intervento alla milza. Ma da allora non si è più fermata e, a 40 anni, è ancora la punta di diamante azzurra per la gara regina delle fatiche. «Sogno di essere ai mondiali di Londra – ha detto durante l’evento – ma ci andrò solo se sarò competitiva. Gareggiare per arrivare 40esima non è da me».
Nessuno infortunio ma tanta paura nella rincorsa del sogno di Paltrinieri. Quella di sapere, durante gli Europei di preparazione a Londra 2012, che la propria famiglia e i propri amici sono stati sconvolti dal terremoto che investì Carpi, la sua città. «I miei genitori si sforzarono di tenermelo nascosto il più a lungo possibile e, quando lo scoprì, mi dissero che era tutto a posto. Mica tanto: hanno vissuto fuori casa per due anni», racconta. E dai Giochi londinesi, turbati dalla paura che toglieva tranquillità per la gara, è partita la rincorsa all’oro di Rio sui 1500 di quattro anni dopo. Tre storie, tre sogni rincorsi. Tre storie in cui il percorso conta più della meta.
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