Il figlio di Moser lascia il ciclismo: «Troppi sacrifici, mi dedico all'azienda vinicola di papà»

Il figlio di Moser lascia il ciclismo: «Troppi sacrifici, mi dedico all'azienda vinicola di papà»
di Gabriele De Bari
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Martedì 16 Settembre 2014, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:49
Basta con il ciclismo, mi dedico all'azienda vinicola di famiglia. Ignazio Moser, figlio del grande campione Francesco, ha deciso di smettere con la bicicletta e la notizia ha destato clamore nell'ambiente delle due ruote. Il motivo della scelta? «Troppi sacrifici per pedalare, specialmente se non arrivano i risultati». La saga dei Moser nel ciclismo aveva trovato in Moreno, figlio di Aldo, e Ignazio, figlio di Francesco, la continuità negli anni. Due rampolli decisi a rinverdire i fasti familiari. Moreno ha subito stupito tutti al primo anno da professionista, incontrando poi una serie di difficoltà in una stagione del tutto negativa. Ignazio, 22 anni, era stato ottimo dilettante prima di passare tra i grandi con buone prospettive. Anche se papà Francesco ha sempre detto di vedere più forte il nipote, rispetto al figlio, Ignazio aveva vinto la sua prima gara in Giappone, bissato poi nel Giro della Guadalupa. Aveva trovato spazio nel team develpoment della Bmc, una specie di squadra giovanile della colosso svizzero. Ignazio non era un fenomeno ma neppure un brocco e aveva tutti i mezzi per crescere e sperare di costruirsi un'apprezzabile carriera. Il prezzo da pagare, per arrivare lontano, erano i sacrifici perché il ciclismo è da sempre uno sport duro e di tanta fatica. Papà Moser glielo aveva ripetuto tante volte, sin da quando correva negli allievi. Ma Ignazio, un bel ragazzo senza problemi economici, ha preferito la vita normale a quella delle rinunce per emergere in bicicletta. Forse schiacciato dall'enorme peso, che comporta il nome Moser, non ha retto le pressioni, magari pensava di vincere tanto e subito. Così non è stato ma quanti hanno cominciato soffrendo e lottando per conquistare le vittorie più importanti? Nel ciclismo è quasi un regola. Per vincere bisogna allenarsi duramente e avere fame, quella fame che a Ignazio è mancata per diventare un corridore di valore assoluto. Si dedicherà all'azienda vinicola nel Trentino, avviata da Francesco. Fortunato lui che ha un lavoro certo sul quale ripiegare, non per meriti personali. Quanti giovani, però, hanno la fortuna di scegliere? La maggior parte, tra quanti corrono, deve lottare quotidianamente per meritarsi una speranza, un contratto. Apprezziamo l'onestà professionale di Ignazio, non la facilità con la quale si è gettato sul piatto già preparato, con tanti sacrifici, dal papà sulle strade di tutto il mondo. In casa Moser l'unico corridore resta Moreno, alla ricerca di una sua precisa identità, ma pronto a sacrificarsi per onorare il prestigioso cognome.
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