Mondiali a Doha, Peter Sagan domina la prova in linea bissando il successo 2015

Il podio di Doha
di Francesca Monzone
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Domenica 16 Ottobre 2016, 15:51 - Ultimo aggiornamento: 18:30
E’ ancora Peter Sagan. Lo slovacco, davvero straordinario, ha dimostrato a Doha di non aver rivali: è suo per il secondo anno consecutivo il titolo di campione del mondo su strada dopo quello di Richmond nel 2015. Peter ha preceduto due campioni di grande classe, MarK Cavendish, anche lui alla ricerca del bis dopo la vittoria a Copenaghen nel 2011, e il belga Tom Boonen al suo ultimo mondiale e che il titolo iridato lo aveva vinto a Madrid nel 2005. L’Italia ha corso al meglio delle sue possibilità, piazzando Giacomo Nizzolo al quinto posto dopo 257 chilometri davvero duri. Un risultato di tutto rispetto per i colori azzurri considerando che il titolo si è giocato tra i più grandi velocisti al mondo. Mancavano solo i francesi e i tedeschi che hanno sbagliato tutta la corsa e sono rimasti fuori da quel gruppo di 25 che nel mezzo del deserto si è sganciato dal gruppo per andare in fuga.

UN ANNO STRAORDINARIO
Sagan, che in serata ha deciso di tornare subito a Parigi dove sarà alla presentazione del Tour de France, ha chiuso questo 2016 in un modo straordinario, con 13 vittorie tra le quali svettano il Giro delle Fiandre, la Gand Wevelgem, il titolo Europeo e tre tappe alla Gran Boucle. Un campione unico, lo slovacco, nato dal ciclocross e cresciuto nella mountain bike, specialità nella quale ha gareggiato anche alle Olimpiadi di Rio. Sagan, apprezzato per i suoi modi simpatici che talvolta escono fuori dal protocollo ufficiale, ha dimostrato ancora una volta come si può vincere anche senza una squadra in supporto perché la sua nazionale era composta di soli tre uomini tra cui il fratello Yuran. Il prossimo anno, dopo il ritiro della Tinkoff, correrà con il fratello nella formazione tedesca Bora-Hansgrohe. 

LA SFIDA IN QATAR
In questo Mondiale in Qatar il caldo avrebbe dovuto fare la differenza ma alla fine così non è stato, considerando temperature che hanno toccato al massimo i 38 gradi. La differenza è stata fatta dal vento nel deserto, in quei 150 chilometri di incognita dove i favoriti sulla carta dovevano essere i belgi con i tedeschi e gli olandesi, che sono i migliori a correre con il vento. Si è avverato quanto aveva dichiarato il capitano belga Tom Boonen. Lui aveva annunciato che i velocisti puri sarebbero arrivati con le gambe rotte al traguardo e così è successo. Dopo una prima fuga che aveva raggiunto i 9 minuti di vantaggio, il tanto temuto vento contrario ha cambiato le sorti della corsa tanto che tra i primi a finire a terra c’è stato Fernando Gaviria, il velocista colombiano tra i più attesi. La formazione belga poi si è assunta la responsabilità della corsa mettendo sei uomini in quella fuga di 25, tra i quali c’erano anche Peter Sagan con il fratello, Mark Cavendish, il francese Bonnet, il norvegese Kristoff e i quattro italiani, Nizzolo, Guarnieri, Viviani e Bennati. Con loro c’era un corridore marocchino, un sudafricano e un eritreo.
Il gruppo dei battistrada, dopo aver terminato la parte più difficile nel deserto al termine del primo dei sette giri di circuito nella Perla del Qatar, ha avuto un vantaggio di 1’10” su un secondo gruppo con i tedeschi e Quinziato.  Al termine del quarto giro il vantaggio era salito a 2’35”, con una Germania che non avendo trovato un accordo interno a causa dei tre capitani, Kittel, Greipel e Degenkolp, è stata costretta al ritiro. Intanto la corsa nel gruppo di testa è stata portata avanti dal Belgio e dall’Italia, le due nazionali con un maggior numero di corridori. Gli azzurri di Davide Cassani non hanno sbagliato nulla, sono sempre stati attenti e pronti ad infilarsi in quel gruppo di uomini che sarebbe arrivato da solo al traguardo. Bennati il regista italiano ha dato tutto nell’ultima parte della corsa lasciando al sicuro Guarnieri che avrebbe pilotato la volata con Viviani e Nizzolo i due velocisti della formazione.
Il campione italiano Nizzolo ha concluso in quinta posizione ai piedi di un podio dove c’erano i più grandi velocisti del momento e che un mondiale lo avevano già vinto tutti. Per il corridore lombardo che corre per la Trek Segafredo, l’unico rimpianto è quello di aver fatto una volata troppo lunga.

L'ESPERIENZA AZZURRA
L’Italia in questi campionati mondiali sbarcati per la prima volata in Medio Oriente, ha chiuso con tre medaglie: l’oro di Elisa Balsamo nella prova in linea juniores, l’argento di Lisa Morzenti nella cronometro juniores e il bronzo di Jakub Mareczko nella prova in linea under23.  I mondiali del 2017 si svolgeranno in Norvegia a bergen, nel 2018 in Austria a Insbruck mentre per il 2020 è partita la candidatura ufficiale di Vicenza e del veneto.

ORDINE D'ARRIVO
1) Peter Sagan (Slovakia) 5:40'43"
2) Mark Cavendish (Gran Bretagna)
3) Tom Boonen (Belgio)
4) Michael Matthews (Australia)
5) Giacomo Nizzolo (Italia)
6) Edvald Boasson Hagen (Norvegia)
7) Alexander Kristoff (Norvegia)
8) William Bonnet (Francia)
9) Niki Terpstra (Olanda)
10) Greg Van Avermaet  (Belgio)

Gli italiani:
11) Jacopo Guarnieri (Italia) 
20) Elia Viviani (Italia)
25) Daniele Bennati (Italia)
46) Manuel Quinziato (Italia)
Ritirati: Colbrelli, Sabatini, Oss,Trentin
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