Davide Bramati: «Sappiamo correre nel vento e il nostro segreto è stare sempre uniti»

Davide Bramati: «Sappiamo correre nel vento e il nostro segreto è stare sempre uniti»
di Francesca Monzone
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Lunedì 21 Agosto 2017, 11:20
Davide Bramati dopo il ritiro dalle corse è diventato direttore sportivo e da anni guida l'ammiraglia della Quick Step squadra belga dove è cresciuto come atleta, nella quale hanno corso grandissimi corridori. Abile nello scoprire giovani talenti, sa guidare i suoi uomini fino alle vittorie più importanti così come ha fatto con Kittel e Gaviria in questa stagione.

Che tappa é stata quella di ieri alla Vuelta e che strategia avete messo in atto?
" La tappa era facile sulla carta ma c'era tanto vento. È stata una tappa nervosa. La tattica era di arrivare in volata con Matteo. Non ci sono state fughe durante il giorno, c'è stata una partenza molto veloce per il vento e il gruppo era nervoso. Matteo si era accorto che eravamo un po' troppo lunghi e che qualcuno l'avrebbe potuto saltare nello sprint. Così ha deciso di lasciare carta libera a Lampaert e siamo andati a realizzare primo e secondo posto. É andata bene e adesso andiamo avanti".
Voi venite considerati la squadra che domina le tappe con il vento. Qual è  il vostro segreto?
"Avolte dominiamo altre subiamo ma questo é anche il ciclismo. Noi siamo una squadra belga e quindi il vento lo conosciamo bene, abbiamo molti corridori con esperienze, che sanno muoversi con il vento e poi cerchiamo di motivare tutti i nostri corridori. Questa é anche la nostra mentalità e ieri è stato  così. Avevamo fatto delle azioni del genere anche al Giro e funziona. Sapevamo che la BMC era la squadra favorita, ci abbiamo provato ed è andata bene".
Avete fatto un ottimo Tour de France grazie anche ai successi di Kittel. Alla Vuelta invece su chi puntate?
"Noi non ci nascondiamo, siamo partiti con l'idea di far classica generale con De La Cruz. David l'anno scorso è arrivato settimo ma abbiamo corridori come Trentin, Alaphilippe e Jungels che possono vincere una tappa. Poi capita come ieri che ci siamo trovati con Lampaert, che doveva essere l'ultimo uomo, e invece ha vinto ".
La sera dopo la tappa c'è stata tensione a Nîmes a causa del rischio attentati. La situazione è molto seria e c'è paura. Come si corre in Paesi come Francia e Spagna considerati obiettivi principali del terrorismo?
"Eravamo a cena quando abbiamo sentito la notizia e di sicuro non fa piacere ricevere queste informazioni. Ci sono veramente tantissimi controlli, la Vuelta ha messo a disposizione tantissima polizia, ci sono tanti controlli e speriamo che non succeda niente a nessuno, non solo per noi qua alla Vuelta. Andiamo avanti perché dobbiamo farlo".
Avete da pochi giorni comunicato l'arrivo di Elia Viviani nella vostra squadra. Cosa può dirci al riguardo?
"Viviani l'abbiamo annunciato in settimana e ieri prima della fine della tappa  abbiamo saputo della sua vittoria ad Amburgo e questo ci fa piacere. Elia ha battuto tutti i grandi velocisti perché Amburgo é la gara dove ci sono tutti i velocisti più importanti e  mancava solamente Gaviria. Ha vito una grande corsa e speriamo che anche con noi cominci alla grande il 2018".
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