Europei, Paltrinieri abdica nei 1500: è argento. Cinque medaglie azzurre. Pellegrini 7/a nei 100

Europei, Paltrinieri abdica nei 1500: è argento. Cinque medaglie azzurre. Pellegrini 7/a nei 100
di Piero Mei
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 04:46
Per battere un Romanchuk così, agli Europei di nuoto nella vasca corta di Copenaghen, ci voleva un Paltrinieri vero”: ma Crocodile Greg, il Paltrinieri di ritorno dai due mesi d’allenamento e vita nuova in Australia, non lo è ancora: così i 1500 metri vedono d’oro l’ucraino ben cresciuto l’anno scorso a piatti di carbonara e trafugamento di segreti quando s’allenava a Ostia con Greg, e d’argento l’italiano campione di tutto, dalle Olimpiadi al mondo. Per Romanchuk il tempo di 14:14.59, il terzo crono mondiale di sempre dopo il primato che è di Greg, 14:08.06 e il precedente mondiale che fu di Grant Hackett e resistette anche ai costumoni. Greg ha chiuso in 14:22.93. Arrabbiato è arrabbiato per la sconfitta, anche se dice «quest’estate l’ho battuto sempre io, ora mi ha battuto lui». Sul futuro non ha dubbii: «Ho cambiato molto, non potevo avere subito risultati inimmaginabili: ma penso che con tutto il lavoro che ho fatto negli anni a Ostia e con quello che sto imparando in Australia, dove tornerò subito dopo Natale, in primavera sarò ancora più forte e convinto di me stesso». E in estate, agli Europei in vasca lunga a Glasgow: «Penso ancora più in grande, io penso a Tokyo 2020». «Bisogna sempre sperimentare qualcosa, trovare nuovi stimoli» e Greg va a cercarli dall’altra parte del mondo. «La gara qui? Non sono partito a bomba: ho cercato di trovare subito la mia nuotata ma dopo cinquecento metri ero morto, finito; comunque resto convinto al cento per cento di quello che sto facendo; oggi è quello che ho, mi dispiace aver perso i 1500 ma è il mio percorso» dice Greg tagliando contro con le possibili critiche.

FEDE: “SI RIPARTE DA QUI”
«Si riparte da questo» ha detto appena fuor d’acqua Federica Pellegrini: è settima nella gara della novità, i 100 stile libero; ha chiuso in corsia 1 in 52.97; avesse migliorato il suo record italiano, 52.17, sarebbe comunque stata sesta. «L’obiettivo era la finale e l’ho raggiunto; non siamo ancora a quei livelli». C’è un “ancora” di speranza, guardando al domani, per la Pellegrini che da adolescente alla donna fatta (bene) che è, è sempre stata vincente. «Sapevo che avrebbero nuotato sui 50 alti, la gara è stata divertente, le più veloci erano sparpagliate nella vasca». Così non ha fatto punto di riferimento sulla sua vicina di corsia, l’olandese Ranomi Kromowidjojo. «L’avrei voluto, ma è partita velocissima ed è arrivata prima» sorride Fede, mentre la vincitrice felice si lascia abbracciare dalla svedese Sjoestroem, che esce ancora sconfitta. Ranomi, che vince il terzo oro in tre giorni, ha chiuso in 50.95, unica sotto i 51. Federica non pensa (ancora?) al clamoroso ritorno a casa nei 200, ma pensa so0tanto alla prossima: la finale della 4x50 stile libero che la aspetta a fine pomeriggio. Qui l’Olanda fa il record del mondo, 1:33.91 con Ranomi quarto oro, e l’Italia è sesta con 1:37.74 ma poi squalificata per il cambio irregolare fra Raco e Di Liddo.

LA VENDETTA DI SIMONE
Simone Sabbioni
è d’argento nei 100 dorso con il record italiano, 49.68. E’ un argento che sa di “vendetta”: Sabbioni era ieri il primo frazionista nella staffetta del mischione, due uomini, due donne e quattro stili, e gli era mancata la barra sotto i piedi al via. Lo srotolarsi del device era costato almeno un paio di secondi ed aveva condannato la staffetta italiana al nulla di fatto. Lui dice che non aveva rabbia in corpo e voleva solo divertirsi: si è divertito parecchio. «Ridevo dentro di me» confessava dopo la gara, per la felicità di tornare ad altissimo livello. In partenza non ha guardato il device nemico, «sennò gli avrei dato un pugno», ma magari avrebbe avuto poco effetto: lo strumento questa volta è stato fissato con rinforzo dopo il pegno d’oro pagato dall’Italia. Non lo ha dato, comunque, e neppure a Kolesnikov, il fenomenale billennial russo di Mosca, classe 2000, che “è una bestia e nuota da dio” per dirla con Sabbioni,e forse manco a pugni, lungo e snello com’è, si batterebbe. Kolesnikov ha vinto in 48.99, record del mondo juniores, al quale non fa peso neppure il ciondolo attaccato a una collana e che non si toglie mai, neppure in acqua dove gli altri si strappano fino all’ultimo pelo.

UN ARGENTO PER ILARIA
E’ seconda in ordine di tempo nell’Italia medagliata del pomeriggio e seconda anche all’arrivo dei 200 farfalla: è Ilaria Bianchi. «Al mattino non m’ero sbudellata - dice Ilaria che spesso parla in simpatico stile pulp - E’ incredibile, io sono una centista; però le ho viste lì, e allora ci ho messo la rabbia, l’adrenalina, e sono andata a riprenderle». Anche Ilaria, con il suo 2:04.22, ha migliorato il record italiano. La gara è stata della tedesca Henkte e il terzo posto della francese Grangeon, alla quale la Bianchi è stata avanti per 9 centesimi, «pensa un po’», dice Ilaria.

LUCA VA
Luca Dotto
è terzo nei 50 stile libero: «E’ stata una finale incredibile, con il sesto sui 21 netti; mi sa che una finale così veloce non si vede nemmeno ai mondiali». Luca ha nuotato in 20.78 («sapevo di valere una medaglia ma non pensavo di migliorarmi ancora su stamattina: qui i miei tempi sono scesi di mezzo secondo e sui 50 metri non è poco») preceduto dal motoscafo russo Morozov (20.31) e dall’inglese Proud (20.66). «Sono cresciuto in maniera esponenziale e la vasca corta non è l’acqua mia: aspetto con molta curiosità le gare in vasca lunga, i 50 in vasca lunga: non vedo l’ora».

UN BRONZO PER MARGHERITA
Arriva improvviso, «proprio inaspettato» dice lei, il bronzo di Margherita Panziera nei 200 dorso, una gara nella quale l’Italia femminile non aveva mai vinto nessuna medaglia in queste competizioni. «Non me l’aspettavo, ma già stamattina mi sentivo bene; ho visto che la russa non era entrata in finale e mi sono detta ‘cavoli, se sto serena ce la faccio’. In subacquea devo ancora migliorare, lavorare tanto; ma ne avevo di energie e ho spinto fino alla fine; questa medaglia a 22 anni già mi ripaga di tutta la fatica che ho fatto: significa che sto lavorando bene». 2:03.42 il tempo di Margherita, veneta che s’allena a Roma dove s’è fidanzata con Simone Ruffini, campione del nuoto di fondo, che è, pur se in anonimo, la ragazza è riservata, fra i destinari dell’immancabile dedica insieme con i genitori e l’allenatore: è il record italiano. Pare perfino inutile dire che il titolo d’oro è andato a Katinka Hosszu, l’ungherese che le nuota tutte (e spesso le vince: a Copenaghen è anche lei già qui a quota tre ori, e un’ora dopo farà quattro, nei 100 misti).

RANE IN BELLA VISTA
Per un centesimo non c’è l’en plein di presenza in finale: avanzano tre su quattro, due ranisti e una ranista, e la sola a restar fuori, non tempo il suo, è Martina Carraro. Il suo fidanzato, il fresco campione Fabio Scozzoli, con 56.67 stacca il quarto tempo nei 100 nei quali volano, e sarà un duello splendido domani, il russo Prigoda e l’inglese Peaty; il ragazzo emergente, Nicolò Martinenghi, si migliora ancora e il suo ottavo tempo, 57.60 è anche, oltre che personale, anche il mondiale juniores. «Ho fatto qualche errorino ma è un’altra finale presa». Arianna Castiglioni, in acqua femminile, spunta, con 1:05.37 il sesto tempo; l’1.05.41 di Martina è il nono. Speranze di medaglia? «Vediamo di fare meglio l’ultimo 25; non so nulla, cerco solo di fare il mio meglio». Fin qui l’ha fatto.

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