Ferrari, Rossi, Ducati e Paolini: l'Italia rende omaggio all'invenzione della ruota

Ferrari, Rossi, Ducati e Paolini: l'Italia rende omaggio all'invenzione della ruota
di Gianluca Cordella
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Lunedì 30 Marzo 2015, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 12:41

La colazione con la Ferrari, la merenda del pomeriggio con Paolini, la cena con Valentino Rossi e le Ducati di Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. Se ci fosse stata qualche gara su ruote anche all'ora di pranzo avremmo vinto pure quella. Congiunture astrali, le chiamano. Quelle che portano alla giornata perfetta. L'Italia dello sport l'ha vissuta ieri, spalmata in poco più di 12 ore.

L'Italia celebra il ritorno dei motori? Certo, ma è più corretto dire che l'Italia festeggia l'invenzione della ruota.

Con cinque milioni di anni di ritardo, ma la festeggia. Meglio tardi che mai.

Di ruote, a Sebastian Vettel, ne servono quattro - o multipli di quattro, a seconda delle strategie di squadre - per muoversi sull'asfalto. Ieri lo ha fatto meravigliosamente, picconando la granitica consapevolezza della Mercedes. Sconfitta e, a tratti, nel caos. Niente illusioni: torneranno le Frecce d'argento. Ma l'Italia intanto se la ride con quella strana sensazione di déjà vu. Un tedesco che vince con la Rossa e saltella sul podio? Mah...Poi però arriva quell'audio. Un ragazzo che esulta come un bambino e ringrazia tutti. Ah già, lo fa in italiano, a pochi mesi dal suo arrivo a Maranello. Dettagli, ma per l'orgoglio nazionale Vettel, in qualcosa, ha già scavalcato il mito di Schumacher.

Orgoglio nazionale, come Valentino Rossi. Lo si potrebbe definire un monumento se non fosse che un monumento mai riuscirebbe a guidare una moto in quel modo. L'eterno Vale che in 24 ore passa dai problemi con le gomme al capolavoro di Losail. Marquez lo aiuta con l'errore in avvio: cambia poco, vedi sopra quanto detto per le Mercedes. Rossi sorpassa, controsorpassa, fa a sportellate e vince davanti a Dovizioso e Iannone. Vale primo, le due Ducati dietro: è il trionfo dei rossi. I due Andrea si godono il podio: in sella a quel missile sparato dritto dritto da Borgo Panigale qualche altra soddisfazione se la toglieranno di sicuro.

L'Italia dei motori. Già. Meglio l'Italia delle ruote, sempre ammesso che Luca Paolini una qualche forma di motore super-innovativo e invisibile non ce l'avesse nascosta da qualche parte nel telaio della bicicletta. Che impresa il comasco che ha due anni in più di Rossi - 38 a 36 - ma che la benzina per finire la gara ce l'ha nelle gambe e non nel serbatoio. Stravince in Belgio la Gand-Wevelgem, con una fuga a sei chilometri dall'arrivo. Sul traguardo mima la testa e il cuore.

Due simboli adatti per raccontare le vittorie di Paolini, Rossi e della Ferrari. Testa e cuore. Oltre alla ruota, ovviamente.

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