Nella scuola di Formia 60 anni di sport. Vittori: «Mi fido solo di Bolt»

Nella scuola di Formia 60 anni di sport. Vittori: «Mi fido solo di Bolt»
di Carlo Santi
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Mercoledì 25 Novembre 2015, 12:35
dal nostro inviato
FORMIA Dal bianco e nero al colore, dallo sport della passione a quello di vertice. In tutto questo c'è tanto della Scuola di Formia che ieri ha festeggiato i suoi primi sessant'anni di vita. Nel Centro di preparazione olimpica, che deve essere ancora il fulcro del movimento azzurro, l'eccellenza per tornare in alto, una scuola voluta da Bruno Zauli, è stato intitolato il viale d'ingresso a Pietro Mennea ed è stata inaugurata la Piazza delle Medaglie Olimpiche. Giovanni Malagò, il presidente del Coni, ha ribadito che a Formia «l'atletica è la padrona di casa ma tantissime discipline hanno pensato a questo centro come luogo ideale per la preparazione».
Tanti sport, adesso, a Formia e il professor Carlo Vittori, l'uomo che alla Scuola ha fatto grande Mennea, non ci sta. «Qui deve esserci solo l'atletica. Il tennis? Belardinelli si accontentava di due campi». Il professore si è emozionato scoprendo la targa in onore di Mennea. «Nonostante fosse il peggior nemico di se stesso e non si amava molto, io con lui ho imparato a fare l'allenatore. Dopo l'atletica - ha aggiunto - Pietro è diventato scrittore: due volte campione».
«MI FIDO SOLO DI BOLT»
Le vicende della Russia hanno sconvolto il mondo sportivo. Carlo Vittori non si scompone. Cosa dice, al riguardo, il professore? «È una buffonata: lo hanno fatto sempre. E non credo a un'atletica più pulita in futuro». Giura, però, su un solo campione, Vittori. «Mi fido solo di Bolt, gli credo. Ha sfidato chi si è dopato senza paura. E uno che ha una falcata di 2,44 metri...». L'unica strada da percorre, per la pulizia, è la squalifica a vita. «Già alla prima volta: non ci possono essere sanzioni per gradi. Anzi, credo che sia già grave il pensare di doparsi». Inevitabile chiedere al prof cosa pensi di Schwazer e del suo ritorno. Vittori lancia una frecciata. «C'è gente che deve stare sempre sulla cresta dell'onda anche se non fa nulla. Per me va punito a vita. E poi se io predico l'antidoping mi metto ad allenare Schwazer?». L'atletica italiana secondo il professore non ha futuro: «Non ci sono più tecnici». Sulla vicenda Schwazer è intervenuto il presidente della Federatletica, Alfio Giomi. «Alex è un atleta fortissimo e può dimostrare che si vince anche contro chi fa uso di doping». Il presidente pensa che Alex abbia sofferto l'ambiente nel quale viveva, quell'ambiente che lo ha portato a credere che l'illecito fosse determinante. «Il suo grande errore è stato quello di non avere reagito in maniera opposta: avrebbe dimostrato che si può vincere da puliti».
I RICORDI DI SARA
Idee e progetti per il futuro non dimenticando lo splendente passato di Formia che con il celebre meeting di atletica del cavalier Elio Papponetti era diventata CaliFormia. Sara Simeoni ha preparato qui il suo fantastico 2.01 del 1978. «Formia era sentirsi a casa», ha ricordato augurandosi che «possano ritornare quei momenti».