I due arrivano al Giro nel migliore dei modi. Landa ha dato spettacolo sulle salite del Trentino; mentre Valverde ha calato il poker nella Freccia Vallone. Ecco perchè il duello Italia-Spagna che infiammò il Giro 2015 potrebbe ripetersi con altri interpreti. Non più Alberto Contador contro Fabio Aru (quest'anno assente per giocarsi al meglio le sue carte al Tour), ma Landa e Valverde a sfidare Nibali in una sfida dal sapore di rivincita. E poi in fila tutti gli altri, il colombiano Uran Uran, il polacco Majka, l'olandese Dumoulin che sogna di vincere una tappa davanti al pubblico di casa già nella crono di domani, il russo Zakarin o l'altro colombiano Chaves pronti ad approfittare di un cedimento dei big, sempre in agguato in una corsa di tre settimane. Lungo il percorso, infatti, i trabocchetti non mancano. Dopo il prologo olandese, una crono e altre due tappe appannaggio dei velocisti, si torna in Italia e già alla sesta tappa l'arrivo in salita a Roccaraso, sull'Aremogna, può determinare le gerarchie. È solo il preludio alle montagne che contano.
Prima però una cronometro per nulla facile nella terra del Chianti (alla 9/a tappa). E così, tra strappi come quello di Sestola (alla 10/a tappa), e un paio di tappe in linea dove rifiatare, si arriva al verdetto delle Dolomiti per quello che si annuncia come uno dei tapponi decisivi per la classifica finale, la Alpago-Corvara (14/a) che mette in fila uno dopo l'altro il Pordoi, il Passo Sella, il Gardena e il Campolongo. E ancora il Giau e il Valparola in una frazione da 210 km da far tremare i polsi. Il giorno dopo la cronoscalata all'Alpe di Siusi metterà altre tossine nelle gambe dei corridori. Lasciate le Dolomiti, sarà il turno delle Alpi, con la Cima Coppi fissata ai 2744 metri del Colle dell'Agnello (nella Pinerolo-Risoul, 19/a tappa con sconfinamento in Francia) con pendenze del 7%. L'arrivo a Sant'Anna di Vinadio, con l'ascesa al Col de la Bonette a 2715 metri darà il verdetto decisivo prima della passerella finale di Torino del 29 maggio.
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