La tappa di oggi è stata infiammata dall'azione di Giovanni Visconti, ma soprattutto dalla piccola-grande impresa di Aru, che aveva bisogno di un'enorme iniezione di fiducia. Un'azione, quella del sardo, portata avanti più con la testa e con il cuore che con le gambe. Era stato Giovanni Visconti a inserire il detonatore in una tappa disputata fra Piemonte e Val d'Aosta a una media altissima (addirittura oltre 50 orari per la prima ora di corsa).
Il corridore Movistar ha staccato Rutkiewicz, Kiryienka e Kochetkov, poi è stato ripreso, ma è ripartito a tutta, facendo il vuoto. Mancavano, però, poco più di una quarantina di km al traguardo, troppi anche per un atleta oltremodo generoso. Visconti, infatti, verrà ripreso a 10,4 km dall'arrivo dal gruppetto della maglia rosa che scatta subito seguito da Landa; Aru sembra staccarsi di nuovo, ma è solo un attimo. Il sardo rientra e rilancia ai -8,8; 200 metri dopo va via Hesjedal e sembra l'azione giusta, ma manca ancora troppo al traguardo. Aru ci riprova e va via ai -7,6, riuscendo a riportarsi sul canadese vincitore del Giro 2012, che stacca a poco più di 6 km dall'arrivo. È l'azione giusta.
Aru prosegue e accende l'entusiasmo dei numerosi tifosi sardi, partiti dall'isola per sostenerlo in questi ultime fatiche del Giro. Il 'Tamburino sardò stringe i denti e pedala, alle sue spalle Landa controlla Contador che lascia fare, senza spendersi più di tanto. Anche se dovesse perdere 2' sarebbe un danno limitato (e calcolato), alla vigilia dell'ultima tappa di alta montagna, con la 'Cima Coppì del Colle delle Finestre, quindi l'arrivo a Sestriere. Aru vola verso il traguardo e si prende una bella soddisfazione, mentre i suoi avversari più quotati proseguono come fossero in parata. Conti alla mano, Contador sorride, Landa si consola con la vittoria di squadra e Aru esulta dopo una sequela di flop. Il futuro sarà anche suo, ma il presente è più che mai di re Contador.