Per Marcus Fraser è stato «il round migliore della carriera», mentre Francesco Molinari ha vissuto «una giornata di lotta». L'Open d'Italia entra nelle fasi calde e il secondo giro si è trasformato in una sfida a distanza fra un protagonista a sorpresa e quello più atteso. «È stato il miglior round della mia carriera nello European Tour», ha sorriso l'australiano di 39 anni, n.259 nel ranking mondiale, che in passato ne ha giocati oltre mille ma mai chiusi con 9 colpi sotto il par (-13 contando la prima giornata) e ora si propone come uno dei candidati al successo finale, così come l'inglese Matt Wallace, appaiato al primo posto, e il thailandese Kiradech Aphibarnrat, a -11 con il gallese Jamie Donaldson. «Continuerò a spingere e provare a essere paziente - ha spiegato Fraser -. È stato un anno frustrante.
Oggi sono fiero di me, mi tranquillizza sapere di poter ancora giocare a golf. Ho avuto anche un pò di fortuna, mi è sembrato di tirare in modo incredibile. È bello quando succede. Anche perché credevo di dover fare i bagagli e andare a casa». Francesco Molinari ha un rivale in più e si trova a inseguire per recuperare tre colpi. «Per certi versi ho giocato meglio oggi di ieri, non devo farmi condizionare dallo score», ha sottolineato il campione italiano, che si attende «una battaglia» e individua a quota -20 il livello necessario per vincere. Su questo concorda Sergio Garcia, lo spagnolo - sesto a -9 - che, dopo quasi vent'anni di carriera sta giocando per la prima volta da professionista su un green italiano e appare a proprio agio: «In Italia mi sento come a casa - ha sorriso il n.11 al mondo -. Per fortuna è andata abbastanza bene, ho sbagliato qualche colpo ma sono contento di come ho giocato. Credo che servirà stare 20 sotto il par per vincere, o giù di lì, a meno che non ci sia un pò di vento. Vedremo».
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