Ryder Cup, il presidente Chimenti non ha dubbi: «E' e sarà nostra»

Ryder Cup, il presidente Chimenti non ha dubbi: «E' e sarà nostra»
di Gianluca Cordella
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Mercoledì 29 Marzo 2017, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 10:58
ROMA Manca l'ufficialità, è vero, ma sembra quasi l'ultimo dei dettagli. In attesa che il board della Ryder Cup dica al mondo che - passata la paura - saranno Roma e l'Italia a ospitare l'edizione 2022 del trofeo, il presidente della Federgolf Franco Chimenti ha giocato d'anticipo ed è uscito allo scoperto. «Siamo a un punto definitivo: la Ryder Cup è nostra. Sono sicurissimo, come di me stesso», ha annunciato l'uomo che - disse all'epoca il presidente del Coni Malagò - «ha realizzato questa impresa titanica». Un'operazione di diplomazia sportiva talmente complicata da mandare in porto che, a un certo punto, ha rischiato davvero di non raggiungerlo mai, il porto. Ma l'ottimismo che filtrava nuovamente da qualche giorno ieri ha trovato lo scudo delle parole presidenziali. «Ho sempre avuto la certezza che questa manifestazione noi l'avessimo acquisita, ora non ci sono più discussioni», ha tagliato corto Chimenti. Nient'affatto casuale il teatro che ha accolto il suo discorso: il Marco Simone Golf & Country Club. Ovvero: il luogo che ospiterà la Ryder targata Italia.
MISSIONE DECISIVA
La schiarita è arrivata dopo la missione londinese del ministro dello Sport Luca Lotti. Che a sua volta seguiva la grande paura legata alle parole del direttore generale del comitato organizzatore Gian Paolo Montali. «Se nei prossimi quindici giorni non forniremo le garanzie richieste, perderemo l'organizzazione. Tedeschi e spagnoli premono per toglierci l'evento» aveva detto l'ex ct dell'Italvolley. Era il 3 marzo e le concorrenti battute nel dicembre 2015 premevano per rientrare nella corsa dalla porta di servizio. Da qui il viaggio Oltremanica di Lotti per parlare con il board del trofeo e garantire, sì, che il governo dà il pieno sostegno alla coppa e si impegna a trovare i 97 milioni di fideiussione, requisito promesso per la candidatura italiana.
PAROLE CHIAVE
Promesso e italiana: sta in queste due parole il retroscena di tutta questa storia. Che poi è anche il motivo per cui la Ryder a Roma si farà. Perché da tutti i confronti tra le parti di questi giorni è emerso che alla Francia, che ospiterà l'edizione 2018 dell'evento, non è stato richiesto nulla di tutto ciò e che, dunque, la fideiussione non è un passaggio obbligatorio - o almeno ritenuto tale - per l'assegnazione dell'organizzazione. Insomma, per il board inglese il rischio è di dover poi rispondere al «perché a loro no e a noi sì?» che inevitabilmente si alzerebbe da parte italiana. Lungi dal voler arrivare allo scontro, in Italia si continua comunque a lavorare per trovare la copertura anche se adesso il limite temporale non è più così rigido come appariva solo qualche giorno fa. Entro la fine di aprile, dunque, dovrebbe arrivare un decreto ad hoc che possa mettere la pezza economica dopo l'espulsione dal salva-banche e il tramonto dell'ipotesi Milleproroghe.
SPONDA PRO TOUR
Le certezze di Chimenti, Roma-Milano andata e ritorno. «Il Board della Ryder Cup Europe ha scelto l'Italia, riconoscendone le potenzialità, puntando sull'unicità di Roma e ha massima fiducia nel lavoro che stiamo portando avanti», ha rilanciato il numero uno del golf nazionale in occasione della presentazione dell'Italian Pro Tour, il circuito di gare nazionali e internazionali che si aprirà il 5 aprile con il Campionato Nazionale Open a Cervia e che avrà un ruolo decisivo in chiave Ryder. «Il Progetto Ryder Cup 2022 abbraccerà tutta l'Italia - ha spiegato Montali - Da Nord a Sud, faremo appassionare il pubblico e a ogni torneo verranno associati eventi che caratterizzeranno la Road to Roma 2022». Tutti ne parlano, insomma. Tutti lo danno per certo. Aspettando il board.