Rugby, Irlanda cannibale: nel giorno di San Patrizio trionfo a Twickenham per il Grand Slam

Rugby, Irlanda cannibale: nel giorno di San Patrizio trionfo a Twickenham per il Grand Slam
di Christian Marchetti
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Sabato 17 Marzo 2018, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 02:32
L'anno scorso finì a parti invertite, ma con uno strano rituale: la premiazione dell'Inghilterra con un sorriso non esattamente a trentadue denti per via del Grand Slam sfumato proprio all'ultima salita, in casa dell'Irlanda. Stavolta, il finale è invece da fiaba: dopo aver ottenuto il suo terzo Sei Nazioni in cinque anni, sabato scorso, l'Irlanda strapazza l'Inghilterra a Twickenham, Londra, per 24-15 e ottiene quel benedetto Grande Slam. Nel giorno di San Patrizio per giunta. Una serie di circostanze che, a Dublino, dovrebbe comportare un tourbillon di pinte di birra da rendere alticci finanche i folletti e le fate. Di contro, la terza sconfitta consecutiva per la stessa Inghilterra che finisce - udite udite - al quinto posto, ovvero appena davanti all'ultima della classe, l'Italia.  Qualcosa di nemmeno lontanamente immaginabile alla vigilia. 

Dominio. Lo mette in chiaro sin dal 5' Garry Ringrose, chiamato in questo torneo con successo a portare avanti la bella tradizione irish con le maglie numero 13 (remember il capostipite O'Driscoll?) Il raddoppio al 23', con CJ Stander. Mete entrambe trasformate da Sexton. Il cartellino giallo per O'Mahony alla mezz'ora potrebbe riaprire la contesa. Difatti c'è la marcatura di Daly per il momentaneo 5-14, ma la chiusura di frazione è tutta di marca ospite. Pertanto, al 40', c'è il sigillo di Stockdale trasformato da Corbey (5-21).

Al 59', c'è il piazzato di Murray che serve più che altro per la sicurezza. Agli uomini di Joe Schmidt interessa relativamente chiudere con la meta del bonus offensivo (troppa grazia, San Patrizio!) e sul finale, allora, arriva la seconda marcatura di Daly e quella di May. In tutto fa 15-24. Che sacrilegio nel tempio di Twickenham!   
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