Un'Italia sportiva che non molla mai

Un'Italia sportiva che non molla mai
di Giovanni Malagò
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Martedì 1 Agosto 2017, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 08:00
Semplicemente immenso. Nello sport è difficile vincere, ma è ancor più difficile confermarsi. Gregorio Paltrinieri, ai Mondiali di nuoto di Budapest, è riuscito in questa impresa, mostrando, bracciata dopo bracciata, che quella continuità al potere, che gli è valsa il titolo di Re dei 1500, è frutto di un talento cristallino, ma anche di un lavoro quotidiano e di una forza mentale che ti consentono di trovare le energie necessarie per tagliare il traguardo, ancora una volta, davanti a tutti. Rispetto all’oro di Rio 2016 vinto in solitaria, nella vasca della Duna Arena SuperGreg ha dimostrato di saper vincere soffrendo, anche quando al tuo fianco emergono avversari sempre nuovi che cercano in tutti i modi di spodestarti, perché tu sei il Numero Uno.

Ecco: il successo di Greg è il successo dell’Italia sportiva che non molla mai, che sa primeggiare contro tutti e nonostante tutto. Quella del nuoto, del fondo, dei tuffi e del sincro torna da Budapest anche con il fantastico oro di Gabriele Detti negli 800 che, non dimentichiamolo, sono entrati recentemente nel programma olimpico; con il sorprendente successo di Manila Flamini e Giorgio Minisini nel tecnico del duo misto del sincro ma soprattutto con l’emozionante e stratosferica vittoria di Federica Pellegrini nei 200 sl. Un trionfo che ha permesso alla nostra Fede di salire sul podio iridato per la settima volta consecutiva e di entrare definitivamente nella leggenda perché la sua è un’impresa che mai era riuscita a nessun altro (al maschile e al femminile) nel nuoto mondiale.

L’Italia ha toccato così, nella rassegna magiara, quota 16 medaglie (di cui sette in specialità del programma olimpico): un risultato che fa ben sperare, in ottica Tokyo 2020, e che trova riscontri anche in altri sport. Penso alla scherma azzurra che, ai Mondiali di Lipsia, ha messo in valigia gli ori di Paolo Pizzo (un altro campione che sa cosa vuol dire non mollare) nella spada maschile, e delle squadre di fioretto femminile, fioretto maschile e sciabola femminile. A questi si sommano altri cinque podi che hanno portato in dote, complessivamente, nove medaglie: non accadeva da Antalya 2009. Certamente si deve ancora lavorare tanto, ma nel nostro movimento c’è la consapevolezza di aver iniziato il quadriennio olimpico col piede giusto. E la conferma ci arriva dall'inedito oro nel trap misto, altra new entry nel programma di Tokyo 2020, vinto da Johnny Pellielo e Jessica Rossi agli Europei di tiro a volo in corso a Baku.

L’Italia dello sport soffre, vince e fa divertire. Esattamente come hanno fatto in Ungheria Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Il loro è un successo rosso Ferrari, rosso passione. Come è rosso il cuore che anima tutti i nostri sportivi.

Il giorno prima dell’allungo mondiale del ‘Cavallino’, a Gyor, un centinaio chilometri più a ovest di Budapest, le nostre ragazze e i nostri ragazzi under 18 hanno conquistato 38 medaglie all’EYOF, il Festival Olimpico della Gioventù Europea. È stata la più bella e vincente Italia di sempre e mi piace chiudere questo mio intervento ricordando proprio quest’ultimo successo. Il mio augurio è che l’entusiasmo dei nostri giovani atleti e l’esempio dei nostri campioni più affermati possano spingere il nostro Paese a credere con maggior convinzione in se stesso e a primeggiare in ogni contesto. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Viva lo sport e viva l’Italia.
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