Malagò: «La mia squalifica? Lo sport italiano si vergogna di quello che è successo»
Barelli: « La Federnuoto non poteva arrendersi a un attacco ingiusto»

Malagò: «La mia squalifica? Lo sport italiano si vergogna di quello che è successo» Barelli: « La Federnuoto non poteva arrendersi a un attacco ingiusto»
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Martedì 30 Settembre 2014, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 18:06
Eterna querelle con Barelli? Onestamente io volo un tantino pi alto. Secondo me il mondo dello sport non solo rimasto sorpreso ma si vergogna di quello che successo ieri.

«La mia squalifica di 16 mesi? Qualsiasi commento è superfluo, siamo sereni e quasi divertiti per il non senso di tutto questo». Giovanni Malagò, presidente del Coni, commenta così la squalifica di 16 mesi che gli è stata inflitta dalla Disciplinare della Federnuoto, in qualità di tesserato del Circolo Canottieri Aniene, per aver espresso in Giunta Coni giudizi ritenuti lesivi della reputazione della Federnuoto in merito a una presunta doppia fatturazione da parte della Fin.



«Se affermazioni neanche mie, riportate dagli uffici, ti portano a questo è un fatto che si commenta da solo. È la dimostrazione che siamo nel giusto nell'aver portato avanti la riforma della giustizia sportiva. Siamo molto tranquilli».



«Il mondo dello sport si deve interrogare su certi dirigenti che continuano a ragionare con mentalità che sono fuori dai tempi di oggi -aggiunge il n.1 dello sport italiano oggi al Centro Giulio Onesti di Roma-, strascichi di una gestione sportiva che non esiste più, di una giustizia sportiva che appunto ha cambiato corso. Secondo me il mondo dello sport non solo è rimasto sorpreso ma si vergogna di quello successo ieri».



«Conoscete bene il nostro mondo, sapete benissimo di cosa stiamo parlando -prosegue Malagò-. È un fatto difficile da spiegare per chi non è addetto ai lavori. Ricevo tonnellate di messaggi di persone che si chiedono come sia possibile una cosa del genere. È molto semplice: gli uffici del Coni riferiscono che c'è un problema e io riferisco né più né meno ciò che riferiscono gli uffici del Coni. È un mio dovere istituzionale di vigilanza, siamo nel pieno rispetto del ruolo che credo sia sacrosanto esercitare».



«Poi -sottolinea- questi verbali sono stati dati a un procuratore che ha deferito e il primo grado della giustizia sportiva ha combinato quello che ha combinato, semplicemente perché sono un tesserato, orgogliosamente tesserato di una federazione come tante altre».



Al presidente del Coni , la replica secca del presidente della Fin, Paolo Barelli, sintomatica del duello in atto. «Noi non ce la siamo cercata e non ci fa piacere questa situazione, non è una bella immagine e nessuno ci fa una bella figura ma non possiamo sdraiarci al suolo e arrenderci nel momento in cui si è convinti e coscienti di stare subendo un attacco ingiusto».



«Tutti sanno da quando questa situazione negativa nei confronti della Fin si trascina -aggiunge il numero uno del nuoto italiano a margine della presentazione dei campionati di pallanuoto al Foro Italico-, questa aria di non accondiscendenza del ruolo della Fin che poi si è manifestata in maniera allarmante con questa denuncia», alla magistratura ordinaria per un caso di presunta doppia fatturazione.



«Malagò dice che se dopo la squalifica non potrà vedere le gare della Pellegrini andrà a fare jogging con lei? Penso che l'argomento è molto serio e non voglio sottolinearlo con battute, le cose sono chiare. Ieri è stata pubblicata una sentenza così chiunque può entrare nel merito della questione e farsi un'opinione, io non faccio commenti, siamo tutti responsabili di quello che facciamo e delle istituzioni alle quali apparteniamo», conclude il presidente della Fin.