Tania Di Mario appende la calottina al chiodo: «Nell'acqua ora insegno»

Tania Di Mario appende la calottina al chiodo: «Nell'acqua ora insegno»
di Alessandra Camilletti
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Lunedì 19 Settembre 2016, 10:19
Costume al chiodo. Capitana del Setterosa d'argento a Rio (nel team d'oro ad Atene), tra le atlete che più hanno vinto nella pallanuoto. Cosa farà fuori dall'acqua Tania Di Mario ?
«Seguirò le under 11 e 13 e sarò direttore della prima squadra della Orizzonte Catania in serie A1. Il mio primo acquisto è Arianna Garibotti, ottimo, ma avvenuto a giugno, in tempi non sospetti. Mi rende felice. Ho un master, ma non penso che atleta di buon livello significhi dirigente o addetto ai lavori bravo. La mia paura è non essere brava, sono pronta ad imparare qualsiasi cosa».
Flavia Pennetta, Tania Cagnotto, lei... Le campionesse cambiano vita. C'è già una nuova generazione pronta a vincere?
«Noi abbiamo smesso perché stavamo bene e potevamo tutte continuare. È una vita che si sceglie con il cuore, ma che ti mangia dentro. Tante soddisfazioni ma anche rinunce, ansia da prestazioni e paura di non essere come tutti si aspettano. Se sono quella che sono è perché ho visto le campionesse prima di me. La cosa più bella è dare l'esempio. Un modello traina e insegna. Magari qualcuna inizierà per questo a giocare a tennis o a pallanuoto. Una soddisfazione in più».
E ora?
«Niente nozze, ma un figlio sì. Vorrei diventare mamma».
Appena una settimana fa l'omaggio dell'Olimpico, prima di Roma-Samp. Che sensazione fa?
«Ero lì per la diretta di Quelli che il calcio, con Fresi e Vergassola. Si sa che io sono romanista da un po'... Mia mamma è della Roma, mio padre e mio fratello della Lazio. La società è stata molto carina. È stato emozionante. Sapete quando si dice Mi sta per scoppiare il cuore? Roma è la mia città. E l'Olimpico non è paragonabile neanche lontanamente alla piscina. No so come fanno loro tutte le domeniche».
Un altro capitano (del nuoto) all'Olimpico...
«Forse l'unico stadio dove non si può dire (sorride,
ndr). Sono felice di aver visto giocare e segnare Francesco Totti».
La magia dell'acqua?
«Per me è sempre qualcosa di normale, più normale della terra. La mia famiglia è d'acqua. Mio nonno e mio padre nuotavano, mio fratello anche un po'. È la sensazione che mi mancherà più di tutte, competere con quelle più grosse di te».
Si azzerano le differenze?
«L'acqua ti dà possibilità di fare una carriera come la mia: a terra contro avversarie di 1 metro e 90 sarebbe più complicato».
Il team della Paralimpiade ha superato in medaglie gli azzurri dell'Olimpiade...
«Non avevo dubbi sul loro successo, ne sono molto felice. I colleghi combattono due battaglie parallele, con loro stessi e con gli avversari».
Cosa possiamo aspettarci ancora dagli italiani in acqua?
«Parto da quello che conosco... L'ho detto alle ragazze nello spogliatoio: Non pensate che oggi finisce tutto. Oggi comincia tutto, siete arrivate dove volevate. Quello che vivrete d'ora in poi sarà diverso per quello che sentite dentro. Ho visto i loro occhi. Non si smette mai felici, ma così posso smettere serena sì: loro faranno bene. I maschi idem: Sandro riesce sempre a fare qualcosa di favoloso».
Le altre discipline?
«Il nuoto probabilmente si riprenderà. Federica continuerà e sono contenta per lei: credo possa fare ancora quello che vuole. Sarebbe stata comunque la campionessa di tutti i tempi e non si dovrebbe dimenticare mai».
Il primo giorno in nazionale?
«Non ricordo un bel giorno. Ero piccola, non conoscevo nessuno. Un bel trauma, ma se non fosse stato così non avrei tirato fuori quello che ho tirato fuori».
Cosa le ha dato il Setterosa?
«La squadra, la condivisione. Mi mancherà lo spogliatoio. Ma non ci perderemo. Il Setterosa mi ha dato forse la Tania che sono adesso. Arrivare dove voglio. Non mollare mai, non smettere di imparare. Avere fiducia e dimostrare di poter dare fiducia».
Vita a Roma?
«Sono molto legata alla città. Mi sono trasferita a 19 anni e non riesco a non parlare romano. Se potessi esprimere un desiderio sarebbe vivere vicina alla famiglia, ora mi è nata anche una nipote... Mi manca la luce di Roma. È così bella Roma. Bella proprio. La città si è allargata e probabilmente si è anche un po' persa, da questo punto di vista».
Vita a Catania?
«A Catania c'è la Orizzonte. C'è il mio compagno, Raffaele, c'è tutto il resto della mia vita. È una città calda, bella: sono diventata una di quelle persone che dice che in una città senza mare non riuscirebbe a vivere (dice divertita, ndr). Ma posso fare entrambe le cose...».