Subito dopo, per celebrare questa prodezza Abdullah, che è musulmano, si è inginocchiato e ha pregato, senza levarsi il casco protettivo, rivolgendosi verso la Mecca e con il capo a terra. Per questo è stato punito dall'arbitro per condotta antisportiva, e ciò ha voluto dire una penalizzazione di 15 yards per Kansas City nell'azione successiva.
Ora però, visto che questa decisione ha scatenato polemiche fra gli appassionati della Nfl sui social network, il vice-presidente della comunicazione della lega, Michael Signora, ha twittato per dire che «si è trattato di una decisione sbagliata: Abdullah non avrebbe dovuto essere penalizzato». E questo nonostante la Nfl abbia regole molto rigide in materia di celebrazioni di marcature: ad esempio è proibito festeggiare sdraiandosi o "appoggiandosi" al terreno di gioco. Ma secondo Signora fanno eccezione i gesti religiosi: «Abdullah non doveva essere punito - ha precisato - perchè tra le disposizioni date agli arbitri c'è di non punire il giocatore che va a terra per motivi religiosi».
Abdullah should not have been penalized. Officiating mechanic is not to flag player who goes to ground for religious reasons. — Michael Signora (@NFLfootballinfo) 30 Settembre 2014
Da parte sua Husain Abdullah, che non disputò la stagione 2012 della Nfl perchè impegnato in un pellegrinaggio a La Mecca, ha ribadito che se segnerà altri touchdown li celebrerà allo stesso modo: «mi metterò a terra per rivolgermi ad Allah nella 'end zonè».
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