Mondiali, impresa della Quadarella: bronzo nei 1500 stile libero

Mondiali, impresa della Quadarella: bronzo nei 1500 stile libero
di Piero Mei
4 Minuti di Lettura
Martedì 25 Luglio 2017, 18:04 - Ultimo aggiornamento: 23:37

BUDAPEST La ragazza che piange e ride e non finisce mai si chiama Simona Quadarella: la sua gara è stata lunga più d’un quarto d’ora, 15:53.86, ma la felicità del bronzo conquistato non finisce più. Perché Simona Quadarella, romana, diciotto anni e mezzo, è terza al mondo nella più esagerata delle distanze in piscina, la gara che diventerà olimpica a partire da Tokyo 2020, e dunque il Sol Levante è già nel mirino. Pure se, va detto, la vincitrice dell’oro ha appena un anno più di lei, ma mondiali alle spalle fin dal 2013, e Olimpiadi e quant’altro, e si chiama Katie Ledecky, che è come una Phelps-donna, e che ha vinto mettendo più di mezza vasca tra sé e le altre, fin da subito. La Ledecky ha chiuso in 15:31.82, cioè quasi venti secondi meno della seconda, la spagnola Belmonte, 15:50.89, il tempo di rifarsi il trucco in acqua, se si truccasse. Ma Katie è una ragazza acqua e sapone, e specie l’acqua abbonda. Vince dai 200 ai 1500 tutto lo stile libero, si diletta in staffette per collezionare ori (a proposito dei 200: ha il miglior tempo per la finale di oggi, con la Pellegrini al quarto).

DI CINQUANTA IN CINQUANTA
Simona è stata subito seconda, circondata nelle varie corsie dalle possibili avversarie per i posto dietro il primo, giacché anche agli spettatori della tv sarà sembrata vuota la corsia numero 4, quella della Ledecky. Ha mantenuto la seconda posizione per 1200 metri, mentre le altre rallentavano una dopo l’altra e la sola a non temere la bracciata della Quadarella era la fondista spagnola Mireia Belmonte. Il duello fra le due ragazze, quasi dieci anni in più per Mireia, affascinava più della solitaria nuotata della Ledecky.
«Nuota su di lei, stalle ai piedi e vedi in fondo» era stato il consiglio di Christian Minotti, allenatore di Simona; ma succedeva che questo lo facesse proprio la Belmonte e che la Quadarella («mi sentivo benissimo») fosse un po’ più garibladina, proiettata com’era ad infrangere quel muro che mai le era riuscito di buttar giù, quello dei 16 minuti.

DIECI SECONDI DI MENO
La Quadarella ha migliorato se stessa di più di 10 secondi in un colpo solo: un’eternità, pure considerata la lunghezza della gara. «Ero concentrata e tranquilla, non avevo nulla da perdere» ha detto Simona dopo aver smesso di piangere, aver lanciato dediche «a tutta la famiglia, al mio allenatore ed agli amici». La famiglia è bella e numerosa: qui a Budapest erano in 14 a seguire la campionessa di casa che non solo ha seguito le orme, ma ha fatto il sorpasso in casa: papà Carlo, impiegato di banca, nuota tra i master; mamma Marzia insegna inglese; la sorella maggiore, che vinceva nelle categorie, e che ora è ingegnere, era l’idolo iniziale di Simona bambina che poi è cresciuta nel mito di Alessia Filippi, quando Alessia era mondiale e “pupona” prima d’avere pupi suoi. «Io l’erede? Beh, ora forse sì, ma ne devo fare di strada per fare come Alessia». Strade d’acqua che passano per gli 800 metri, un’altra gara che l’aspetta a Budapest.

L’ALLENATORE
Christian Minotti, campione di suo, la segue da quando aveva 7 anni: «Allenarla è bellissimo perché è una che ci crede, è una testarda» dice e si capisce che questa è una dote. Ha avuto qualche scoppola come quando non è stata convocata per Rio «ma non aveva fatto il tempo, troppa pressione al Sette Colli, ed è stato giusto così».
Christian credeva nel «sotto 16», ma «pensavo 15:57, 15:58» perciò il risultato della Quadarella lo ha «sbalordito». Ora la gara sarà olimpica: «E bisognerà lavorare ancora più duramente - dice Minotti - perché con l’oro in palio arriverà una concorrenza sempre maggiore. E poi finché c’è lei la vita è dura». Lei, ovviamente, è Katie Ledecky.
E i prossimo 800? «Direi la finale - sostiene Minotti - anche se è una gara più complicata, che chiede maggior velocità di base; ma state tranquilli che venderà cara la pelle».

La miglior dote di Simona? «La determinazione». Anche Minotti ne ha.

© RIPRODUZIONE RISERVATA