Paltrinieri: «Vado ai Giochi sereno. Il record? La strada è quella giusta»

Paltrinieri: «Vado ai Giochi sereno. Il record? La strada è quella giusta»
di Carlo Santi
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Giovedì 26 Maggio 2016, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 14:10
La nuova Italia dello sport ha la forza e la spregiudicatezza di Gregorio Paltrinieri. Greg ha vinto due splendide medaglie d'oro agli Europei di nuoto a Londra, 800 e 1500sl, e adesso va deciso verso Rio. Il ragazzo di Carpi non è mica una novità nel panorama azzurro: è una certezza già da tempo. Lo è, a dire il vero, da Londra 2012. «Ma allora avevo 17 anni - dice Greg alla vigilia della partenza per la Sierra Nevada dove si allenerà in altura con la nazionale per quasi un mese - Ero stata catapultato lì e, nonostante tutto, ero soddisfatto del mio quinto posto». Il nonostante tutto era, almeno per lui che s'era tenuto fuori dalle polemiche che avevano inacidito l'Italia del nuoto, il male alla spalla che lo ha tormentato in finale. Senza dolore, quel giorno avremmo scommesso su di lui.Sorride prima di tornare a Ostia agli ordini di Stefano Morini, il suo coach. Sorride nella caserma Ferdinando di Savoia dove la Polizia ha celebrato il 164° anniversario. Paltrinieri ha ricevuto, con altri colleghi d'arma, l'ormai ex pugile Roberto Cammarelle, gli schermidori Elisa Di Francisca e Luca Curatoli, il canottiere Marco Di Costanzo e lo sciatore del fondo Federico Pellegrino, la promozione per merito straordinario. «La Polizia mi dà tranquillità: è una grande famiglia, mi tutela e mi protegge».

 
LA FESTA ROMANA
«Era la prima volta. E' stato bello, anche se io il presidente della Repubblica lo avevo già incontro l'inverno scorso». Un attimo di pausa prima di pensare a Rio e allora, anche per caricarsi, per trovare nuove energie, eccolo parlare dell'europeo londinese. «Belle gare, ma sopratutto i 1500sl. Ho fatto un gran tempo e guardate che non ero al cento per cento. 14'34 è un bell'andare verso Rio». Paltrinieri è soddisfatto. «Mi sto allenando bene e adesso spero di aggiungere qualcosa in Sierra Nevada. Quando torno, a fine giugno, farò l'ultima gara prima delle Olimpiadi. Mi vederete a Roma, al Sette Colli».C'è un gran tempo, il secondo di sempre al mondo che ha firmato agli Europei. Il record non è lontanissimo (14'3102 del cinese Sun Yang) ma Greg finge di non sapere. «Non ci voglio pensare, al primato, ma la strada è quella giusta. Se viene, bene. Adesso penso a mettere a posto ogni particolare». A Rio, del resto, conta vincere. Ha fiducia, Paltrinieri, perché a Londra ha nuotato rilassato, non come aveva fatto un mese fa a Riccione, agli Assoluti. «Allora volevo strafare, ho faticato. Agli Europei è stato tutto diverso: ero tranquillo, conscio di quello che avevo preparato. Sono migliorato». E non teme neppure le gare di notte. «Nessun problema, davvero», dice.

IL SOGNO OLIMPICO
Rio è nella sua testa. Lo è dal giorno dopo Londra, quella olimpica di quattro anni fa. «L'esperienza del 2012 mi fa bene, le aspettative sono positive. Il sogno? Battere Sun Yang». Si sente già a Rio, Greg, nel Villaggio dove vorrebbe incontrare che non ci sarà. «Mi piacerebbe vedere i campioni della Nba ma loro dormiranno in hotel. Vorrei conoscere Nadal e Federer ma chissà se verranno al Villaggio. Beh, il basket andrò a vederlo».

«IL DOPING? VINCO IO»
C'è qualcosa che non va nello sport di oggi. Parliamo del doping, del sospetto al ricorso alla scorciatoia. «E' una storia bruttissima, che non mi piace. Penso anche al caso del meldonium, alle medaglie di Sochi... Che brutto. Lì per lì, quando sono in acqua, non ci penso. Anzi, il mio unico obiettivo è battere i rivali. Il doping? Da qui a Rio non ci voglio pensare». Il pensiero, adesso, è ai Giochi e si ispira a Kobe Bryant. «Che grande giocatore. Adesso mi piace tanto Vince Carter». A Rio sa che la nazionale del nuoto sarà diversa rispetto a quella di Londra 2012. «Siamo diversi, c'è unità. E siamo più forti».
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