Tour de France, Parigi ha incoronato Re Froome ma non riesce ad amarlo

Tour de France, Parigi ha incoronato Re Froome ma non riesce ad amarlo
di Gabriele De Bari
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Lunedì 24 Luglio 2017, 11:02
ROMA Quando sul podio parigino riecheggiavano le note di God Save the Queen, il pubblico francese ha applaudito tiepidamente, addirittura si è sentito qualche fischio. Proprio non riescono ad amare Chris Froome, 4 volte vincitore a una sola lunghezza dai miti di Merckx, Hinault, Anquetil, Indurain. Un successo, grazie soprattutto allo strapotere della squadra, senza una tappa conquistata e, soprattutto, senza mai attaccare veramente. In Francia si appassionano agli attaccanti nati e ai perdenti, come Poulidor, più amato di roi Anquetil. Froome non risponde a questi requisiti e viene sopportato, anche se nessuno ha messo in discussione né la classe, né la potenza del campione inglese nato in Kenia.
SENZA LANDA
Il prossimo anno perderà il fido e fortissimo Landa e sarà una pedina fondamentale che gli verrà a mancare per quella che resta la corsa per la quale la maglia gialla vive e imposta il lavoro. Soliti brindisi con champagne e birra, in mezzo al gruppo, per la giornata conclusiva di un Tour nel quale è stato assoluto protagonista anche Fabio Aru, l'unico a portar via la maglia alla Sky per 2 giornate. Il campione italiano, non supportato al meglio dall'Astana, nella prossima stagione, correrà per il team arabo di Giuseppe Saronni, la UAE, nel quale troverà corridori all'altezza per i grandi giri. Ormai il rapporto, con la formazione kazaka di Vinokurov, nonostante le affermazioni del team manager: «Se Fabio vuole vincere resti qui», si è deteriorato e la decisione di cambiare aria appare inevitabile e decisamente opportuna. Per conquistare un Tour occorre avere una squadra forte, su ogni tipo di terreno, altrimenti tutto diventa più complicato. Comunque grazie ad Aru la corsa ha vissuto i momenti più interessanti, l'unico che sia riuscito a forzare il blocco della Sky.
DELUSI
E' andata peggio ai francesi, che puntavano forte alla vittoria del Tour, dopo 32 anni di attesa. Invece, nonostante gli organizzatori avessero disegnato un tracciato ideale per Romain Bardet, si sono dovuti accontentare del terzo posto, salvato per un secondo. Certo, Bardet, Barguil, Phinot sono giovani e rappresentano il futuro ma l'appuntamento con il gradino più alto di Parigi è stato ancora rinviato. Un ennesimo schiaffo alla grandeur francese. Uran è tornato a grandi livelli ma non ha perso l'abitudine di correre troppo a ruota, gli è mancato il coraggio e ha chiuso con un ottimo secondo posto ma con qualche rimpianto. E complimenti a Kittel che ha collezionato 5 tappe prima di essere fermato dalla sfortuna che l'ha costretto al ritiro. Sarà un'edizione ricordata anche per la cacciata di Sagan e per le tante cadute in discesa che hanno provocato notevoli proteste e polemiche. Ma soprattutto passerà alla storia per il quarto trionfo di Chris Froome. Il vincitore, prima di salire sul podio ha baciato il piccolo Kallan, vestito anche lui di giallo, e la moglie Michelle. «E' stato più difficile del solito, ringrazio la squadra per il grande aiuto e merito agli avversari che hanno saputo rendermi la vita dura. Mi dispiace non aver conquistato neppure una tappa ma questa maglia rappresenta il colore della felicità. Mi darà una motivazione in più per provare a raggiungere i 3 campioni che hanno fatto cinquina». L'ultima volata ai Campi Elisi è andata all'olandese Groenewegen.
Gabriele De Bari
ORDINE D'ARRIVO 1) Groenewegen, 2) Greipel, 3) Boasson Hagen.
CLASSIFICA GENERALE 1) Froome, 2) Uran Uran a 54, 3) Bardet a 2'20, 4) Landa a 2'21, 5) Aru a 3'05.
VINCITORE MAGLIA A PUNTI: Matthews.
VINCITORE MAGLIA A POIS: Barguil.
VINCITORE MAGLIA BIANCA: Yates.