Doping, Federica attacca Carolina
E' polemica tra regine dello sport

Doping, Federica attacca Carolina E' polemica tra regine dello sport
di Carlo Santi
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Giovedì 18 Settembre 2014, 05:54 - Ultimo aggiornamento: 10:06


ROMA Federica Pellegrini non si nasconde e alza la voce contro chi si dopa. Fede predica la «tolleranza zero», dice di questi imbroglioni «prendeteli e buttate la chiave» e lancia una battuta nei confronti di Carolina Kostner che ha taciuto quando il suo fidanzato Alex Schwazer si dedicava a pratiche non consentite, pratiche da lei stessa confessate. Fede o meglio la Mafaldina88 di twitter, se avesse visto il suo Pippo Magnini farlo lo avrebbe lasciato. «Lo mollavo molti mesi prima», ha spiegato.





«Non ho niente contro di lei - ha scritto nell'immancabile tweet la Divina delle piscine rivolgendosi alla Kostner - e lei lo sa. Ho solo detto cosa avrei fatto io se mi fossi trovata a scoprire il mio fidanzato che si dopava». Ha aggiunto, l'azzurra, che «non so come sono andati i fatti ma io non riuscirei a coprire una persona così», parlando della vicenda Schwazer. Per chiarire il suo comportamento e farsi appressare dalla sua bella, Pippo ha spedito un tweet: «Tranquillo, il problema non sussiste», ha cinguettato Filo. Le parole di Federica, la nostra migliore atleta, una ragazza decisa nelle sue idee che spesso ama andare contrcorrente, sono un'accusa e un invito allo sport pulito anche se questa è un'illusione perché c'è sempre qualcuno disposto a prendere una scorciatoia. L'azzurra ha parlato di Schwazer, ha ricordato la conferenza il giorno successivo alla sua positività, agosto 2012, ed è rimasta colpita anche delle lacrime del marciatore. «Mi dispiace per lei e per lui. Credo che la sua sia stata una debolezza personale, forse non riusciva a tornare ai suoi livelli e questo è difficile da accettare per un atleta. Però, io non tollero il doping e io non potrei stare con una persona che si dopa». Senza mezze misure, Fede, che sogna la radiazione a vita per chi utilizza sostanze proibite.



Non teme le polemiche, Federica: lei è abituata a vivere sotto i riflettori e anche adesso che ha appena lasciato Philippe Lucas per tornare definitivamente a Verona per farsi allenare da Matteo Giunta qualche critica non manca. «Lei è molto convinta - ha detto Magnini - vuole fare i 200 e cerca un allenatore che la faccia esprimere al massimo in questa gara. Ha fatto questa scelta e sono certo che raccoglierà risultati». Sa, Fede, che in tanti la aspettano per capire se la scelta è stata giusta. «Ven vengano i gufi - ha risposto - portano fortuna. È sempre così: quando scendo in vasca c'è sempre qualcuno che spera di vedermi andare male. Adesso mi concentro sui 200 stile libero. Questa è la mia gara, quella della prima medaglia di Atene 2004, e mi fa sentire me stessa».



IL DOTTOR FERRARI

La vicenda di Schwazer intanto appare davvero complessa. Lo è perché la scorciatoia Alex ha cominciato a cercarla da molto tempo. Prima la tenda, poi i rapporti con il professor Conconi e quindi con il dottor Michele Ferrari quindi la ricerca dell'Epo. «Ho fatto tutto da solo», ha detto il marciatore anche se è un'affermazione difficile da credere. L'Operazione Olimpia portata avanti dalla Procura di Bolzano apre molti fronti, non solo sulla vicenda di Schwazer che era nel mirino degli investigatori da diverso tempo. Viene evidenziato come 38 atleti non si sono attenuti alle regole sulla reperibilità e viene indicata, tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, una lista di 15 atleti dell'atletica segnalati con un codice, l'1e, che indica individui da tenere sotto osservazione perché potenziali dopati, lista ridotta dal Coni a tre elementi. Le ombre ci sono, certo, e sono soprattutto nei confronti di Schwazer lasciato troppo libero di agire nonostante diversi avessero espresso dubbi a cominciare da Vittorio Visini, il responsabile nazionale della marcia nonché carabiniere come Alex. Molti sapevano dei contatti con il dottor Ferrari, medico squalificato per il caso Armstrong. Nell'indagine di Bolzano entrano molti atleti e il filo conduttore appare essere quello del doping ematico, autoemotrasfusione o Epo. Gli inquirenti hanno interrogato diversi campioni avanzando molti sospetti. Hanno chiamato Elisa Rigaudo, marciatrice che si allena a Saluzzo (dove si preparava anche Schwazer) legando il suo nome a quello di Conconi.