Federica Pellegrini, l'araba fenice del nuoto italiano

Federica Pellegrini, l'araba fenice del nuoto italiano
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 19:10

Quell'araba fenice che si è tatuata sul collo ha preso le sue sembianze. Il quarto posto alle Olimpiadi di Rio sembrava aver annegato per sempre SuperFede trasformandola in Federica e basta. Una ragazza ormai donna che lascia il testimone alle più giovani, la ledecky su tutte. Il pianto, il viaggio in un buco nero dal quale è riuscita più forte che mai. Rieccola la Divina. Un anno dopo le lacrime di dolore brasiliane si trasformano in gioia pura. La Pellegrini vince il suo oro numero 39 nei 200 stile, la sua specialità. Ci sono anche 7 argenti e tre bronzi. Undici record mondiali, tra cui quello che ancora resiste stabilito a Roma nel 2009: 1'52"98. 

Ha gioito e pianto, cambiato tecnici, distanze e città. E' caduta, si è rialzata senza mai arrendersi. Nemmeno quando il panico le aveva fatto odiare l'acqua. Rieccola emergere ancora una volta, forse l'ultima, per prendersi quell'oro su cui nessuno avrebbe scommesso.

E' tra le più vincenti di sempre Federica. Basta scorrere gli almanacchi per contare 183 medaglie in tutte le competizioni: 2 olimpiche, 10 mondiali e 15 europee. Nessuna mai come lei perché, ieri, a 29 anni ha dato una sonora a fenomeni dell'acqua molto più giovani di lei. E' una campionessa e ha voluto lasciare da numero uno. 

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