Premio Coni, l'eccellenza dello sport nel Lazio

Premio Coni, l'eccellenza dello sport nel Lazio
di Alessandro Tittozzi
3 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2017, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 11:12

Grande successo per la quarta edizione del Premio CONI Lazio, erede del Premio Coni Roma, che da oltre dieci anni dà risalto a realtà ed eccellenze sportive e sociali del territorio locale e regionale. Sono 17 i riconoscimenti attribuiti questa mattina nella sala Tevere delle Regione Lazio ad atleti, dirigenti e società sportive che si sono distinti nell’anno appena trascorso. In particolare, due Premi del Ricordo, per le famiglie di Mario Pappagallo e Albino Garbari, un Premio Speciale del Comitato Lazio all’allenatore e sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi ed infine un Premio Speciale Sport & Simpatia all’attore e comico romano, dall’ironia travolgente, Antonio Giuliani.
 

 

Tanti i campioni delle varie discipline che hanno raccolto l’invito del Presidente Riccardo Viola per dimostrare come lo sport sia il miglior veicolo per far crescere le giovani generazioni all’insegna del rispetto e della sana competizione. E proprio per questo Viola ha puntato sugli sportivi emergenti per dare un segnale a tutto l’ambiente: «Anche per la quarta edizione il Premio CONI Lazio punta i fari sulle realtà piccole e grandi della nostra regione, offrendo il palcoscenico a giovani come Laura Rogora e Riccardo Allegrini, punte di diamante dell’arrampicata e dello sci laziale, al campione del mondo su rotelle Alessandro Spigai, all’intramontabile Fabrizio Donato, campione di salto triplo. Incontriamo per la prima volta un arbitro donna del rugby azzurro Maria Beatrice Benvenuti e l’icona del judo tricolore Felice Mariani. Ascoltiamo il messaggio sociale e inclusivo di Special Olympics, che da più di due decadi rappresenta lo sport dei giovani diversamente abili».

Particolarmente emozionante è stato il discorso del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi premiato per la forza, la passione e la tenacia con cui sta tentando di far reagire la comunità amatriciana dopo il terremoto dell’ agosto scorso: «Basta con i premi. Adesso devo indossare la tuta e continuare a fare l’allenatore di calcio e devo caricare la mia squadra dopo una sconfitta tremenda e inaspettata come quella del sisma. Non siamo terremotati, ma siamo sfrattati momentanei perché si deve reagire in fretta e non vogliamo far passare troppi anni per riprenderci il nostro territorio. E voglio lanciare un appello. Non abbiamo più bisogno di vestiti, coperte e cibo. Abbiamo necessità che lo Stato faccia la sua parte come un papà con i suoi figli e di altre iniziative che possano farci rialzare in fretta e con dignità». E lo sport può contribuire molto a riportare un po’ di serenità tra gli abitanti di Amatrice ancora turbati e provati dalla terribile del 24 agosto scorso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA