Presentato il primo censimento degli impianti
sportivi della Capitale: le strutture sono 2.221

Presentato il primo censimento degli impianti sportivi della Capitale: le strutture sono 2.221
di Emiliano Bernardini
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Martedì 13 Settembre 2016, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 14:44
Fra un anno esatto, a Lima in Perù, verrà scelta la città che ospiterà l’Olimpiade del 2024. Roma continua ad inseguire il suo sogno. Oggi, allo stadio Flaminio è stato presentato il primo report sulla salute degli impianti capitolini. Un vero e proprio censimento quello fatto dal Comitato promotore che ha individuatolo 2221 impianti di cui oltre mille pubblici.
 
In tutto, si tratta di 6.336 spazi di attività, oltre 9.600 foto sullo stato degli impianti e 25 contratti di lavoro per giovani laureati. Secondo quanto emerge dall'analisi, nel Comune di Roma risulterebbe un numero di impianti sportivi (0,77 per ogni mille abitanti) molto inferiore alla media dei capoluoghi di regione presi in esame nel recente censimento nazionale (circa 1,20), anche se l'offerta di spazi sportivi reale può considerarsi in linea con quella degli altri capoluoghi (2,21 per ogni mille abitanti) sebbene inferiore a quella di Trieste (2,74) e Firenze (2,36).
 
Questo dato si motiva con la presenza nel comune di Roma di un maggior numero di impianti polifunzionali e di dimensioni maggiori rispetto ad altri comuni. Contrariamente a quanto rilevato negli altri capoluoghi di regione, però, nel comune di Roma l'offerta sportiva è fornita in maggioranza dalle strutture private (1.118, il 50,3%) rispetto a quelle pubbliche (1.103 per il 49,7%).
 
Se la candidatura di Roma 2024 vincerà la sfida con Los Angeles, Parigi e Budapest per organizzare l'Olimpiade, saranno costruiti 15 impianti sportivi periferici con una spesa di 100 milioni, prevista nel budget della candidatura. Serviranno come strutture di allenamento per i Giochi: a seconda delle caratteristiche del territorio, saranno impianti nuovi o riqualificati. Inoltre, parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, «saranno riqualificate almeno 20 strutture sportive scolastiche». Ma l'investimento sociale, pur non quantificabile in questo momento, sarà "una delle priorità". L’idea è quella di seguire il modello seguito dalla Gran Bretagna prima di Londra 2012.

La strada per arrivare ad un sì resta comunque in salita. La contrarietà del movimento 5 Stelle è stata certificata dai continui no di tutti i leader nazionali. L’ufficialità potrebbe arrivare al termine delle Paralimpiadi di Rio. In agenda (ma non si conosce la data esatta) il sindaco Virginia Raggi, incontrerà Pancalli e Malagò e in quella occasione potrebbe spegnere le ultime luci. Prima del 7 ottobre, la data entro la quale andrà spedita a Losanna la seconda parte del dossier, ci vuole una "disponibilità del Comune" perché, come rivela lo stesso numero uno del Coni: «formalmente si potrebbe andare avanti senza, ma noi vogliamo rispettare il Comune».
 
Una sorta di rispetto che nell’atto pratico si tradurrebbe nell’essere aperti ad ogni possibile modifica prima del febbraio 2017, quando la commissione di valutazione del Cio arriverà a Roma per compilare una pagella. Quando malagò parla di modifiche è chiaro il riferimento è al villaggio di Tor Vergata. «Massima disponibilità se si rispettano i requisiti chiesti dal Ciò e le regole dell'agenda 2020», dice Montezemolo. E Malagò aggiunge: «la concessione al consorzio di aziende con la Vianini riguarda soltanto le strutture universitarie. Quindi il villaggio olimpico non c'entra niente, parlatene con qualsiasi legale», ribadisce il presidente del Coni rispondendo così a chi parla della scelta di Tor Vergata come favore al gruppo Vianini e al costruttore Caltagirone.
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