Roma 2024, Malagò: «Puntiamo su trasparenza, squadra e legacy»

Roma 2024, Malagò: «Puntiamo su trasparenza, squadra e legacy»
di Redazione Sport
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Mercoledì 22 Luglio 2015, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 21:06
«Assoluta trasparenza, spirito di squadra e lasciare opere per il futuro? Sono tutte e tre complicate ma sono l'obiettivo primario, la nostra missione è questa. Ci stiamo riuscendo, ma la corsa è molto lunga e siamo proprio all'inizio». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine dell'audizione in Commissione Cultura del Senato in cui, assieme al presidente del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo, è stato ascoltato in merito alla candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. «La tappa più importante? La votazione di
settembre 2017», rileva il capo dello sport italiano. Secondo il progetto italiano ci sono «cinque opere da costruire» (villaggio olimpico, palazzo dello sport, bacino per canoa e canottaggio, velodromo e centro stampa) «Qualcuna può essere temporanea - spiega Malagò - e nel frattempo Roma e l'Italia devono dimostrare di essere pronte. Sono condizioni obbligatorie: senza le 5 opere non si può candidare e senza un Paese e una città che la supporti non si può fare. Due cose indispensabili entrambe». Già in pista avversarie come Amburgo, Boston, Budapest e Parigi. «Temo altre candidature? No temere, no. Penso ci sia la candidatura di Baku, dopo il bellissimo campionato dei Giochi Europei e con un'impiantistica di livello. Però temere no. Saremo dei pazzi a temere qualcuno visto che c'è già il meglio del mondo». Percentuali vittoria? «Ad oggi siamo in cinque e quindi al 20% - conclude il n.1 Coni -, ma quelle che già fanno un borsino sbagliano. Sono discorsi da bar. Parlando con i membri Cio e sentendo i rumors credo che sia un discorso del tutto prematuro».

«Dobbiamo essere realisti da un lato abbiamo un Paese che rappresenta sempre una forte attrazione, malgrado meno rispetto al passato, dall'altra abbiamo una città completamente bloccata. Basta vedere il gap tra Roma e Milano in termini di decoro, pulizia e infrastrutture». Ha esordito così il presidente del comitato promotore di Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo, in audizione alla Commissione Cultura del Senato, assieme al presidente del Coni Giovanni Malagò. «Se un Paese come il nostro dovesse dire di no ad un'opportunità come questa richiesta da nazioni come Usa, Germania e Francia è un Paese che è meglio che chiuda baracca e burattini - ha aggiunto - Se una città come Roma, ferma da tanti anni, non sfrutta questa occasione perchè si deve usare l'equazione 'grande evento=grande corruzionè allora meglio andare tutti a casa».
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