L'agenda della sessione del Cio è molto fitta e prevede l'adozione di alcuni importanti provvedimenti istituzionali, ma non solo: verranno scelte le città sedi delle Olimpiadi invernali e invernali giovanili, programmate rispettivamente per il '22 e il '20. Si avvicina, in altre parole, il momento della verità per Almaty (Kazakistan) e Pechino, le uniche due città candidate a ospitare la rassegna a cinque cerchi 2022, dopo che via via si sono ritirate le altre pretendenti. Le candidate effettueranno una presentazione conclusiva venerdì 31 luglio: Almaty punta sulle Olimpiadi come opportunità di crescita per l'economia e le riforme sociali, concentrandosi pure sullo sport. I cinesi, invece, intendono convogliare l'attenzione sugli sport invernali al fine di migliorare il benessere e la salute, con un occhio particolare ai circa 300 milioni di abitanti del nord del paese. L'edizione 2018 delle Olimpiadi invernali si svolgerà sempre in Asia, ma a Pyoeng Chang (Sudcorea), tuttavia non va dimenticato che Pechino ha ospitato solo qualche anno fa (2008) i Giochi estivi. Aggiudicarsi anche quelle invernali 14 anni dopo sarebbe davvero un gran colpo (prima città al mondo a ospitare sia le Estive sia quelle invernali), ma anche un segnale molto chiaro sul peso dei cinesi in ambito Cio. Per quanto concerne i Giochi invernali giovanili ci sono in lizza la svizzera Losanna, vera e propria capitale Olimpica (vi ha sede il Cio), ma anche sede di varie federazioni sportive, e la romena Brasov.
A Kuala Lumpur verranno infine scelti i nuovi membri Cio e ratificata la decadenza di alcuni di loro, come nel caso del russo Vitaly Smirmov, classe 1935, il più anziano in carica. Eletto nel 1971, già ministro dello Sport sovietico con Breznev, nonchè presidente del Comitato organizzatore dei Giochi a Mosca 1980 (quelli del boicottaggio dell'occidente). Dopo l'addio dello 'zar' Smirnov, il più anziano (di nomina, non dal punto di vista anagrafico) fra i membri Cio diventa Dick Pound (Canada), seguito dall'italiano Carraro. In questa sessione decadono anche Lambis Nikolau, che lascia per la prima volta la Grecia orfana in seno al Cio almeno fino alla sessione di Rio 2016; lo statunitense James Easton, sindaco del Villaggio olimpico a Los Angeles '84; il messicano Olegario Vazquez Rana, presidente mondiale del tiro; il libanese Toni Khoury; l'uruguagio Julio Cesar Maglione, presidente mondiale del nuoto; Patrick Chamunda, presidente del Comitato olimpico zambiano; Andres Botero Philipsbourne, ministro dello Sport colombiano. I membri del Cio attualmente sono 100 e in Malesia ne verranno eletti due: uno è Nenad Lalovic (Serbia), presidente mondiale della lotta; l'altro Mamadou Diagna Ndiaye, presidente del Comitato olimpico senegalese che la settimana scorsa ha firmato un protocollo di cooperazione con il Coni. Giusto in tempo prima di entrare nel consesso olimpico. La caccia ai voti è già iniziata.
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