Roma 2024, Renzi: «Se la Raggi vorrà discuterne noi siamo pronti»

Roma 2024, Renzi: «Se la Raggi vorrà discuterne noi siamo pronti»
di Redazione Sport
3 Minuti di Lettura
Domenica 4 Settembre 2016, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 20:07
I pistard lo chiamano 'surplacè, è la tecnica che permette di rimanere fermi in equilibrio in attesa del momento migliore per far partire la volata. E anche il progetto olimpico di Roma 2024 non sembra voler sfuggire a questo scenario che, in un senso o nell'altro, conduce allo spartiacque del sogno a cinque cerchi. Il Premier Matteo Renzi sembra voler lanciare un ponte verso la sindaca Virginia Raggi: «Se vorrà discutere di Olimpiadi, noi siamo pronti». Il premier continua a crederci («Le Olimpiadi sarebbero una straordinaria opportunità per Roma», dice dalla Cina dove è in corso il G20) e ribadisce anche di esser pronto ad accettare l'eventuale 'pollice versò dell'amministrazione capitolina, e in caso a rilanciare per il 2028. «Se vuole parlarne siamo pronti. Ma se dirà 'nò nessuno di noi si metterà in testa strani marchingegni per bypassarla, perché rispettiamo il popolo che ha eletto un sindaco e al sindaco onori e oneri. Sarebbe un peccato, ma lo rispetteremo», ha aggiunto Renzi tornato a sottolineare che «i grandi eventi costituiscono un'occasione di sviluppo», come nel caso di Expo a Milano che ha permesso «un risultato importante per l'Italia». Di più, se la Raggi si assumerà la responsabilità di dire di 'nò alle Olimpiadi a Roma, l'Italia avrà un'altra candidatura per il 2028 o 2032, quando sarà« ha insistito. »Noi rispetteremmo un passo indietro di Roma, ma anche le altre città che hanno fatto un passo indietro per permettere la candidatura di Roma«. Di fatto in questa fase le parti preferiscono evitare qualunque forzatura.

Un messaggio arriva anche da un esponente di spicco del Movimento, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio:
«Sulle Olimpiadi diremo si o no quando vogliamo noi, non quando ce lo chiede Caltagirone», la piccata risposta a quella che ha definito - lo ha fatto oggi alla Festa del Fatto Quotidiano a Pietrasanta - una »vera e propria aggressione mediatica« di cui è vittima il M5S che lamenta «il tema fondante della campagna di aggressione fatta in buona parte da editori italiani legati ad interessi sulle Olimpiadi». «Non conosco nel dettaglio la macchina amministrativa di Roma - ha aggiunto Di Maio - So che la porta avanti il sindaco e che io mi fido di lei.
Abbiamo fiducia nel sindaco di Roma, e dobbiamo risolvere la questione delle speculazioni sui rifiuti, le lobby delle Olimpiadi, rivedere la questione dei rifiuti. Tutto quello che ha fatto la sindaco Raggi lo ha fato in autonomia, assieme al suo staff
». E il Coni? «Ho un impegno con il sindaco Virginia Raggi che di questo argomento torneremo a parlare alla fine delle Paralimpiadi, e intendo rispettare la parola data», ha risposto il presidente Giovanni Malagò a Cernobbio. Ferma restando l'«impossibilità tecnica e formale di spostare la candidatura» delle sede olimpica da Roma a Milano, tema di cui si è parlato in un incontro sul Lago di Como in cui era presente anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni; Malagò ha concluso ricordando che «il mondo dello sport deve essere laico e non vuole essere strumentalizzato. Non mi unisco - ha ribadito il presidente Coni - a chi magari per questioni politiche personali approfitta di quello che succede per fare discorsi di natura politica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA