Scarponi presenta il Tour de France: «I favoriti? Aru e Nibali. Io mi godo ancora il mio Giro»

Scarponi presenta il Tour de France: «I favoriti? Aru e Nibali. Io mi godo ancora il mio Giro»
di Francesca Monzone
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Giovedì 30 Giugno 2016, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 23:53
Michele Scarponi vincitore del Giro d'Italia nel 2011 è stato l'uomo chiave nell'ultima corsa rosa vinta da Vincenzo Nibali e lui, pur di aiutare il suo capitano, ha rinunciato anche a qualche successo personale. Il Tour, prossimo al via, lo guarderà da casa convinto del fatto che Aru e Nibali saranno protagonisti alla Grande Boucle dove tra i favoriti spiccano Froome, Contador, Quintana e Pinot.
Scarponi, che Tour vedremo quest’anno? Che idea si è fatto di questa corsa che sta per partire?
«Il Tour è la corsa più importante e difficile al mondo. E' sempre complicato capire cosa può succedere. Ci sono le montagne ma anche le cronometro che possono fare la differenza. Ecco, guardo ai possibili protagonisti e dico che al Delfinato Froome è andato fortissimo. Sicuramente sarà uno degli uomini da battere, ha a disposizione la squadra più competitiva di questo momento. Anche Landa ha recuperato bene e lo aiuterà. Poi c’è Poel che ha vinto la Liegi. Non dimentico Contador che ha focalizzato il Tour come obiettivo principale della stagione e sarà in partita fino alla fine. Quintana, che dopo due anni da secondo, stavolta cercherà di vincere in tutti i modi e c'è anche Pinot che ha dimostrato di andare molto bene“.
Solo loro?
«No: c’è l’Astana con Aru e Nibali».
Aru corre con l'intenzione di essere protagonista. Cosa pensa?
«Fabio è un fuoriclasse e non va sottovalutato anche se è alla sua prima partecipazione al Tour. Per lui sarà fondamentale mantenere i nervi saldi perché ci sono tantissime pressioni e imprevisti. So che è in grado di imparare molto in fretta e lo ha dimostrato anche lo scorso anno alla Vuelta. Non mi stupirei più di tanto se dovesse riuscire subito a far bene e ad ottenere un grande risultato. I campioni al Tour vanno per cercare la vittoria e in questa corsa l’Astana offrirà un ottimo supporto al suo capitano. Fabio sarà aiutato costantemente e avrà anche l’aiuto di Nibali che correrà per preparare al meglio le Olimpiadi».
Secondo lei, Nibali che non sarà l’uomo Astana per la classifica al Tour, potrebbe comunque ottenere un risultato importante?
«Se ci sarà l’occasione, sicuramente sì. Lui è un cavallo di razza, sarà difficile vederlo nascosto per tutta la corsa e anche le altre squadre lo considerano un corridore da tenere sotto controllo. Quindi, se dovessero esserci le giuste condizioni sicuramente saprà mettersi in luce».
Parliamo del Giro. Com'è stata per lei la corsa rosa? 
«E’ stato un bel Giro. Volevo correrlo da protagonista vicino a Vincenzo (Nibali, ndr) con dei momenti chiave importanti. Mi ero preparato bene anche se mi sono infortunato alla Tirreno-Adriatico. Nibali il Giro lo ha vinto negli ultimi tre giorni e io insieme a tutta l’Astana lo abbiamo aiutato. Devo dire la verità: non credevo di essere così determinato nel disputarlo».
Le sarebbe piaciuto avere qualche risultato in più, come ad esempio una vittoria di tappa?
«Il Giro mi ha dato tanto anche se non ho ottenuto nessuna vittoria a livello personale. L’ho detto più volte, la vittoria di tappa non era uno degli obiettivi. Le strategie della squadra poi erano altre. In carriera qualche risultato posso dire di averlo ottenuto e questo comunque non era il Giro nel quale cercavo qualcosa del genere. Però vicino a vincere una tappa ci sono arrivato ma, come detto, la squadra era impostata per un certo lavoro. Non cambierei quanto è stato realizzato».
Il pubblico l’ha premiata per il suo impegno definendola il vincitore morale dell'ultimo Giro. Quanto è importante sentire il calore delle persone che sono in strada con voi?
«Quando sei in corsa non ti rendi molto conto di quanto stai trasmettendo a quelle persone che sono lì oppure davanti alla televisione. Al Giro posso dire che i tifosi sono stati straordinari. Il loro affetto veramente si poteva toccare e sentire. Tornando a casa, il lunedì all'alba dopo l’ultima tappa a Torino, ho trovato striscioni e scritte sull’asfalto. Ringrazio tutte queste persone che mi hanno accolto ed emozionato perché senza di loro non esisterebbe questo sport».
Lei ha aiutato tantissimo Vincenzo. Come l’ha ringraziata?
«Vincenzo è un corridore che ringrazia sempre tutti a fine corsa a prescindere dal risultato: Poi noi siamo grandi amici e i suoi sguardi, i suoi sorrisi e l’avermi alzato il braccio in segno di vittoria sul traguardo finale sono stati il ringraziamento più bello».
Eravate compagni di stanza. Come era nei momenti più difficili quando sembrava ormai aver perso la corsa?
«Vincenzo non ha voluto dire che aveva problemi fisici e la gente non aveva capito cosa stava succedendo. Anche moralmente non era al top della forma. Lui tende a chiudersi e a riflettere molto su quello che deve fare. Io mi sono limitato a tirargli su il morale e a fargli capire che gli sarei stato vicino».
Dove la rivedremo correre visto che non sarà al Tour de France?
«Non farò il Tour anche se con i dirigenti abbiamo pensato molto alla mia partecipazione, ma dovevo recuperare le energie e correrò la Vuelta e poi spero di essere in maglia azzurra per Olimpiadi ed Europeo».
Sarà lei il capitano della squadra, l'Astana, alla corsa spagnola?
«Ho una certa età ormai e sarò al fianco di un giovane che sta dimostrando di essere molto forte. Parlo di Miguel Lopez, un autentico fenomeno che ha vinto pochi giorni fa in Svizzera. Visto che lui è alla sua prima esperienza in una grande corsa a tappe, lo aiuterò offrendogli la mia esperienza, insegnandogli a fare classifica e a diventare un leader. Poi bisogna sempre vedere cosa succede in corsa e sarebbe bello poter vincere una tappa o salire sul podio».
 
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