Cento anni fa nasceva Nostini
grande della scherma e dello sport

Cento anni fa nasceva Nostini grande della scherma e dello sport
di Carlo Santi
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Martedì 27 Maggio 2014, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 15:43
Oggi Renzo Nostini avrebbe compito cento anni. Il patriarca dello sport, campione prima e dirigente poi, era nato a Roma il 27 maggio del 1914 e nella sua citt scomparso il primo ottobre 2005. Apparentemente burbero, tutt’altro invece per chi lo conosceva, Renzo Nostini stato un uomo straordinario, uno di quelli che amava lo sport e, per questo, spesso in contrasto con chi voleva gestirlo con modi diversi. La scherma è stata la sua immensa passione, un palmares infinito tra Olimpiadi - dove ha conquistrato quattro medaglie d’argento tra il ’48 e il ’52 - e Mondiali - sette i successi iridati tra il ’37 e il ’54 - anche se la sua vicenda agonistica non si è limitata in pedana con i fioretto e la sciabola. Nostini ha gareggiato anche nel nuoto, disciplina nella quale, sempre con la casacca della SS Lazio, la società di tutta la vita, ha raccolto le prime vittorie, quindi nella pallanuoto, nel pentathlon moderno e anche nel rugby giocando con la maglia della Rugby Roma.Nel pentahlon, anzi, aveva ottenuto la qualificazione per le Olimpiadi del ’36 dalle quali è stato escluso dal regime perché non era militare.Ha vinto tanto, Renzo, e molto di più avrebbe vinto se la seconda guerra mondiale non avesse interrotto le attività.Proprio negli anni della guerra, nel 1944, il Coni ha affidato la Federazione italiana scherma a un Comitato di reggenza nel quale, insieme a Mario Torti e Andrea Marrazzi, c’era Renzo Nostini.

Lo sport, una passione innata per Renzo che, come abbiamo detto, ha gareggiato quasi ovunque, non solo nella scherma; nel nuoto ha centrato tre record italiani con la staffetta tra il ’32 e il ’34, nella pallanuoto e nel rugby si è distinto per campionati ad alto livello.

La scherma è stata il grande amore di Renzo. Primo titolo iridato nel ’37 a Parigi, oro a squadre con il fratello, di una vicenda cominciata da giovanissimo con il fratello Giuliano seguiti dal maestro Luigi Fabrizi. In quegli anni, Nostini tirava spesso, a Roma, nel palazzo che ora ospita il Messaggero: al terzo piano c’era, negli anni Trenta, una sala di scherma.

Ha gareggiato, Nostini, fino al ’57 mentre ai Mondiali l’ultima apparizione è stata due anni prima conclusa con due medaglie, una d’argento e una di bronzo.

Gli è mancato il sigillo olimpico ma nel ’52, a Helsinki, l’ultima stoccata vincente nella gara a squadre del fioretto era la sua: i giudici, però, l’hanno assegnata al francese Christian d’Oriola, l’avversario di una vita, e i transalpini hanno conquistato il successo.Rivale ma anche amico tanto che, nel ’79, Renzo ha chiesto a d’Oriola di scrivere la prefazione di un suo libro sul fioretto.

Ingenere, imprenditore, Nostini ha realizzato diverse strutture: dalla piscina delle Rose all’Eur alla piscina dell’Acquacetosa alla ristrutturazione del teato Politeama Rossetti di Trieste.

Grande atleta e altrettanto grande dirigente sportivo. Detto del Comitato di reggenza della Federschema (Fis) nel ’42, neò ’47 Nostini è diventato il primo presidente del Centro Sportivo Universitario italiano (Cusi) e, due anni dopo, vicepresidente della Federazione mondiale dello sport universitario (Fisu). Di nuovo in un Comitato di reggenza della Fis nel ’59, questa volta con Gastone Darè e Edoardo Mangiarotti, è stato poi presidente dal ’61 al ’93.Membro di Giunta del Coni dal ’65, vicepresidente dal ’67 al ’73 e poi ancoara dall’89 al ’93, presidente onorario dal 1994. Della Lazio, la sau società, Nostini è stato il presidente della sezione nuoto del ’50 fino alla sua morte e presidente della polisportiva dall’81. Un anno prima della scomparsa, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha consegnato il Collare d’Oro al merito sportivo.
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