Schwazer, nella sede della Fnsi, ha presentato oggi la sua seconda vita sportiva mirata a scrollarsi di dosso l'ombra del doping. Il marciatore ha scelto di avere al suo fianco Sandro Donati, consulente Wada e allenatore in prima linea nella guerra al doping.
La sfida. «Voglio gareggiare e sfidare il cronometro dando all'opinione pubblica la possibilità di valutarmi e per far sì che se andrò forte non si dubiti delle mie prestazioni. Voglio tornare ad essere credibile. Paura? Troverei molto peggio finire così».
La collaborazione con Donati. «Il progetto è nato da una mia volontà, non credo che a un atleta pulito faccia piacere quando rientra un dopato. È nata da qui la mia volontà che va oltre a quanto già si fa oggi a livello antidoping. Il primo nome che mi è venuto in mente è stato quello di Donati che mi ha anche criticato duramente in passato. Non avrei sinceramente pensato che saremmo arrivati qui, lo ringrazio per aver accettato e avermi dato fiducia. Direi una bugia se dicessi che sarei tornato lo stesso. Fare 270 km a settimana sapendo che se vai male tutti dicono che succede perché non ti dopi più non mi avrebbe dato le motivazione per ritornare. Siamo solo all'inizio ma questo è un progetto importante in cui metterò la mia totale disponibilità».
Lotta al doping. «Con il professor Donati abbiamo detto che ci sono tante cose a livello antidoping in più da fare, il problema è volerle fare. Noi metteremo in pratica tutte queste idee. Spero che facendo tutte le cose per bene possa passare il messaggio che si può andar forti senza doping».
© RIPRODUZIONE RISERVATA