NOMI CHE SCOTTANO
In primis il bolzanino ha dovuto rispondere in merito alle ulteriori due presunte violazioni del codice Wada: l'articolo 2.3 (mancata presentazione o rifiuto, senza giustificato motivo, di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici) e l'articolo 2.5 (manomissione o tentata manomissione in relazione a qualsiasi fase dei controlli antidoping). «Abbiamo cercato di chiarire tutto quello che c'era da chiarire, e penso che ci siamo riusciti» la convinzione dell'ex marciatore, che avrebbe ricostruito nei dettagli tutta la sua vicenda, fornendo alla Procura anche i nomi di alcuni atleti, in particolar modo marciatori russi e ciclisti italiani, che nel corso degli anni avrebbero frequentato il dottor Michele Ferrari, inibito dalla Federazione. Adesso, ovviamente, gli inquirenti dovranno verificare le parole di Schwazer, anche alla luce di quanto dichiarato dalla sua ex fidanzata Carolina Kostner, visto che le due versioni non combaciano perfettamente.
BOTTIGLIETTA DI URINA
Schwazer ha inoltre spiegato due passaggi fondamentali emersi dall'inchiesta bolzanina ma anche dalle audizioni fatte dalla procura Antidoping: la sua presenza in Germania a Obertsdorf - a casa della sua ex fidanzata Carolina Kostner che, già ascoltata dalla Procura Coni, rischia una squalifica per complicità e omessa denuncia - e non a Racines, dove Schwazer aveva dato la sua disponibilità ai controlli (e dove il 30 luglio 2012 è stato poi trovato positivo all'Epo); il sequestro nella vettura di una sua bottiglia di urina. A proposito di quest'ultima, visto l'ottimo lavoro svolto dalla Procura guidata dal pm capo Maiello e dal suo vice Vigna, è stata concessa l'autorizzazione ad analizzare il campione d'urina. Il 29enne ora rischia un nuovo deferimento che potrebbe orientarsi verso la richiesta al Tribunale nazionale antidoping di altri 2 anni di squalifica (la sanzione minima, 4 se applicassero i 2+2 previsti per entrambe le violazioni, ndr).
SOGNO RIO 2016
Un sogno estremamente difficile quello che vede Schwazer in gara a Rio 2016, ma lui non si dà per vinto: «I giudici devono decidere in modo autonomo, io sono tornato ad allenarmi e quando sarà il momento sarò pronto a rientrare. Se sogno ancora di partecipare a Rio? Il sogno deve ancora incominciare...». La fattiva collaborazione potrebbe portare ad uno sconto sulla pena futura e non su quella pregressa. Nella migliore delle ipotesi ai 3 anni e mezzo potrebbero aggiungersi altri 4 mesi. Questo vorrebbe dire che Alex potrebbe tornare a gareggiare a maggio 2016, tre mesi prima del via dell'Olimpiade. Difficile possa farlo con la pettorina dell'Italia visto che è necessario un tempo di qualificazione entro marzo che, per forza di cose, non potrà ottenere. La soluzione dunque sarebbe quella di trovare una nazionale «minore» disposta a tesserarlo. Ipotesi che difficilmente troverà riscontro nella realtà.