Vladimir e Chiara: i mondiali di Budapest sono un tuffo al cuore

Vladimir e Chiara: i mondiali di Budapest sono un tuffo al cuore
di Piero Mei
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Giovedì 13 Luglio 2017, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 10:46
Il Team Event è un tuffo al cuore: è una delle prove di questo sport dell'aria e non dell'acqua, come l'ha definito Tania Cagnotto, giacché la fase del volo è la più appassionante, in cui un uomo e una donna gareggiano insieme, ciascuno per suo conto ma a fin di bene perché «è la somma che fa il totale». E nello sport che generalmente sempre più si fa di coppia in tutti i campi, acqua, terra e aria, diventa una specialità speciale. È un tuffo al cuore particolarmente per due azzurri, Chiara e Vladimir. Lei non ha ancora 15 anni, romana e si dichiara romanista («come mio fratello Lorenzo», che poi scopri essere terzino sinistro nella Lazio Primavera e ti chiedi ma come? Non ha bisogno la Roma in quel ruolo?). Lui è di Cles, lassù nel Trentino, vive a Bolzano, per ora, di anni ne ha 18. Genitori rumeni ma ora è italiano come da legge, anche se ancora gli dispiace quando non poteva essere azzurro nelle nazionali giovanili, pur essendo nato, cresciuto e scolaro in Italia. La burocrazia talvolta è cieca assai. I due, la ragazza Pellacani, che studia al liceo sportivo, primo anno superato («da 7,5»), lui, di cognome Barbu («mi chiedono in tanti se sono sardo o rumeno»), appena maturo dopo aver risolto il problema della bici con le ruote quadrate allo scientifico, sono fidanzati. Fidanzatini, si diceva un tempo. Lei lo dice per prima, lui poi conferma. E gli piacerebbe fra qualche anno fare la proposta in mondovisione come ha fatto il tuffatore cinese a Rio 2016 sotto al podio: più per la proposta in sé o per il podio?

SENZA PAURA
Chiara fu spinta ai tuffi, forse letteralmente, da uno scolaretto suo compagno alle elementari; Vladimir per trovare qualcosa in più della ginnastica artistica che gli insegnava mammà, senza capriole. Dicono i due innamorati che i tuffi sono belli perché ti insegnano a vincere la paura: lassù, a 10 metri, almeno le prime volte... Vladimir ha provato anche a salire sulla torre da 27 dei tuffi estremi: ha messo i piedi in posizione, ha guardato giù e... retromarcia: meglio scendere per le scalette. Lei ammette che è al suo primo amore, Vladimir, da maschio, elegantemente e simpaticamente glissa. Oscar Bertone, il tecnico responsabile della Nazionale, deciderà oggi se mandare sul trampolino la coppia giovane per la gara del 18 ai mondiali di nuoto che cominciano domani a Budapest: agli Europei di specialità parteciparono e furono quinti. Litigate per un tuffo sbagliato? «Mai successo»: forse non sbagliarono tuffi. Il futuro sarà anche allenarsi insieme, all'Acquacetosa, Roma; Vladimir verrà in città: vuole iscriversi a Sound engineering, ama la musica moderna, specie Kendrick Lamar e un domani gli piacerebbe fare una base seria per Fedez che, gli pare, «è bravo ma un po' sprecato». Idoli: per Chiara è Noemi Bakti, compagna di sincrotuffi, per Vladimir è Giovanni Tocci, la giovane speranza azzurra. E Daley? E i cinesi? «Spettacolari: Tom sembra la sublimazione della fatica, ai cinesi pare che tutto venga più naturale». Lui, Vladimir, è per la fatica naturale: per le medaglie c'è tempo, ma l'amore no, è già qui.