Gentile evidentemente è entrato in collisione con coach Repesa, è sicuramente così, capitò anche a Pozzecco, a Bologna. Ale non ama le critiche, non è stato criticato lui, ma la squadra, per le brutte figure in Eurolega, indegne per una squadra come l’Emporio Armani. Ale vuole essere protagonista anche in Europa, arrivare a una final four, non essere ingabbiato, è dura giocare quando si deve vincere, quando si viene da anni tribolati, fuori dalla serie A. Perchè anche in nazionale si perde, questa è la realtà.
Il papà Nando fa rispondere la moglie al telefono, il procuratore Riccardo Sbezzi replica con un no alla chiamata, il fratello Stefano non risponde. Non è il momento, neanche Alessandro forse sa dove andrà, ha il contratto sino al 2017 ma evidentemente non ci sono più le condizioni perchè resti. Perchè non rimane in Italia? Non può per contratto, per escape, evidentemente.
Tra oggi e domani Gentile saluterà la squadra in attesa di trovare una sistemazione, molto probabilmente in una squadra di Eurolega. L’addio è reciproco, maturato nel primo pomeriggio. Ale viene da 6 stagioni meneghine, 2 scudetti, una coppa Italia e una supercoppa. E dopo essere stato il più giovane capitano della storia del club e il simbolo della Milano targata Armani.
Il capitano è diventato Cinciarini, spesso sacrificato come minutaggio ma leader riconosciuto. Ale va via, ha meno minutaggio, era infelice, in panchina. Non è stato convocato per la Lituania e a Trento. Peccato, dispiace. Lo cerca il Barcellona, che già puntò forte su Basile.
Gelsomino Repesa ha responsabilità molto precise, è un peccato che sia finita così. E in fondo Ale si ama, non si discute. Serviva più pazienza, il ct Messina l’avrà. Come l’ex Pianigiani, in passato. Poi magari arriverà in Nba, a Houston. Ha fatto male due anni e mezzo fa a non andare. Ha 24 anni, il mondo è ancora nelle sue mani.
Andrà in Germania al Bamberg o in Grecia, al Panathinaikos?
© RIPRODUZIONE RISERVATA