Dopo essersi dimesso da presidente rieletto della Lega di Serie B per candidarsi alla presidenza della Federcalcio (gara poi vinta da Carlo Tavecchio), oggi Abodi ha risposto alle tante domande, oltre di natura tecnica e bancaria, relative all'ultimo istituto bancario pubblico italiano che attende di uscire da cinque anni e mezzo di commissariamento: «Per me è stata una grande emozione - ha spiegato Abodi al termine dell'audizione - il ruolo di presidente del Credito Sportivo è di grandissimo livello, responsabilità e prestigio per il contributo che può dare. Già vedo la ricaduta e gli effetti sullo sviluppo, non soltanto sportivo e culturale per il Paese. Questo passaggio era inevitabile perché è previsto dal regolamento ma anche per conoscerci prima e poi seguire assieme gli avanzamenti man mano che svilupperemo il piano industriale».
Da presidente della Lega di B, Abodi ha vissuto l'Ics come spalla ideale per mettere in pratica i progetti rivolti alla realizzazione o riqualificazione di tanti impianti sportivi delle società cadette: «Con l'Istituto la nostra relazione è andata oltre l'ordinario - ha tenuto a precisare Abodi rivolgendosi a deputati e senatori presenti in Commissione - abbiamo implementato un tavolo tecnico che ha portato alla sottoscrizione di 8 contratti per 8 stadi di società.
Siamo diventati un riferimento per il sistema pur essendo una lega di transito». «Questa è una banca di scopo pubblica e rimarrà nella sua natura migliorando la sua efficacia - ha quindi concluso l'ex numero uno della Lega di B - È il braccio operativo delle istituzioni su queste tematiche: tanto più migliorerà la capacità di dialogo e ascolto del territorio di pari passo a quanti cantieri nuovi si apriranno, tanto più migliorerà il rapporto tra cittadino e Stato».
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