Serie A, Chiffi: è una prima in bianco e nero. A Udine il Var non può intervenire

Serie A, Chiffi: è una prima in bianco e nero. A Udine il Var non può intervenire
di Roberto Avantaggiato
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Lunedì 17 Settembre 2018, 11:06
A Torino il neopromosso Chiffi ha ieri debuttato contro i bianconeri con parecchie perplessità nella sua prestazione. Per sua fortuna, è stato aiutato dal Var nel finale del match, quando si è perso lo sputo di Douglas Costa a Di Francesco jr. Di Bello, davanti ai monitor, lo ha richiamato per segnalare il brutto gesto del brasiliano (gli costerà tre giornate di stop almeno...), che a dire il vero andava espulso qualche attimo prima, quando ha tentato di rifilare una gomitata allo stesso Di Francesco. Chiffi lo ha soltanto ammonito, peccando quanto meno di personalità, perché il gesto era da punire con il rosso. Ha commesso un errore (e anche grave) l'assistente Caliari in Udinese-Torino, quando ha sbandierato un presunto fuorigioco a Berenguer, prima che il granata mandi in rete il pallone servitogli in area. La posizione irregolare, infatti, non c'era ed è stato un errore aver sollevato la bandierina prima che il pallone fosse finito in rete. In questo modo, ha impedito al Var di intervenire e stabilire la regolarità o meno della posizione dello stesso Berenguer. Valeri, davanti alla bandierina alzata, non ha potuto far altro che annullare il gol, per la sfuriata nel dopo-gara del ds del Toro Petrachi. Qualche dubbio c'è anche sul gol del vantaggio dell'Udinese, arrivato dopo un contrasto un pò rude (al limite del fallo) in avvio di azione di contropiede. Anche sabato, in Inter-Parma, i dirigenti nerazzurri hanno reclamato l'intervento dell'arbitro Var, ma nell'azione che porta Dimarco a sfiorare il pallone sia con il gomito che con la coscia (difficile stabilire se prima l'uno o prima l'altra) non c'è il chiaro ed evidente errore, definizione che è stata inserita quest'anno nel protocollo. Ha dunque fatto fede la decisione presa sul campo dall'arbitro Manganiello, che un Var di qualità com'era Rocchi a San Siro, sabato sera, non ha potuto far revisionare con il mezzo elettronico. Dal campo alla scrivania, dove l'Aia in questi mesi sta giocando una partita importante, quella della presenza in Consiglio Federale. Nicchi, il prossimo 22 ottobre, non teme esclusioni in quanto il presidente dell'Aia è membro di diritto e non ha bisogno di essere eletto. Sarà lui che proverà a difendere il 2% agli arbitri nella nuova suddivisione delle percentuali di voto tra le diverse componenti che dovrebbe portare la A (che si è avvicinata a Lnd, Lega Pro, Aia e Aic...) ad avere il 17%, rispetto al 12% attuale.
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