«Abbiamo creato diverse opportunità, soprattutto nel primo tempo, e colpito due legni – spiega il centrocampista centrale classe 1998 di scuola Furbolclub – Poi nella ripresa il Colleferro ha tenuto di più il pallino del gioco, ma non avevamo corso grandi pericoli. Comunque il pareggio è un risultato che ci può stare perché quella era una gara che poteva finire in tutti i modi». Il gol di Chiti è arrivato grazie ad un preciso colpo di testa su un inserimento alle spalle dei difensori. «Sono uno a cui piace buttarsi dentro, ma senza tralasciare le altre fasi di gioco – dice Chiti – L’anno scorso sono arrivato qui a dicembre dopo le esperienze con Trastevere (in D) e Boreale (in Eccellenza) e ho segnato tre reti. Ora spero di superarmi».
Un carattere schietto, determinato e voglioso di emergere, non a caso Chiti s’è guadagnato un soprannome particolare in casa Audace. «Il direttore Guidi mi ha chiamato “Il piccolo diavolo” per il mio carattere un po’ fumantino ed è un nomignolo che mi piace. Il mio futuro? A tutti i ragazzi della mia età piacerebbe fare esperienza in categorie superiori, ma in questo momento penso solo ad allenarmi e divertirmi nel cavalcare questa mia passione». Chiti dimostra di essere diretto e non fare “catenacci verbali” anche quando parla delle prospettive stagionali dell’Audace. «Credo che dobbiamo guardare al vertice perché questa squadra se la può giocare con tutti». Chiaro, no?