Il Barcellona vota per l'indipendenza:
i blaugrana appoggiano i referendum

Il Barcellona vota per l'indipendenza: i blaugrana appoggiano i referendum
di Paola Del Vecchio
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Sabato 11 Ottobre 2014, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 20:38
MADRID Non è solo Gerard Piqué, che nel giorno della principale festività catalana, l'11 settembre, si è scattato un selfie, col figlio Milan e la compagna Shakira, avvolti nella bandiera simbolo dell'indipendentismo. Ieri è stato l'intero club blaugrana a lasciare cadere il velo per schierarsi a favore del «diritto a decidere il futuro» della Catalogna e ribadire il suo «inequivocabile appoggio» alla causa separatista. Lo aveva già fatto l'ex presidente Sandro Rosell ai tempi della sua gestione, con il vessillo dell'orgoglio catalano innalzato da Guardiola. Ma il suo successore, Josep Mari Bartomeu, è andato oltre e l'ha messo per iscritto. In una lettera ufficiale, benedetta dalla giunta direttiva del club, inviata ieri a Jordi Rigol, il coordinatore del Patto nazionale per il diritto a decidere, che associa oltre 3.500 enti e società favorevoli al referendum sulla sovranità. «Il Barcellona ha espresso un anno fa mediante il suo presidente l'inequivoco sostegno al diritto a decidere… Le sue parole furono: saremo sempre al lato del nostro paese e della volontà del suo popolo. Nonostante la solennità della dichiarazione, che ci sembrava sufficientemente chiara per esprimere la nostra posizione nel processo che sta vivendo il popolo della Catalogna, voglio confermare la nostra adesione al Patto nazionale per il diritto a decidere», scrive Bartomeu. I portavoce del Barça giurano che il club non ha ricevuto «nessuna pressione politica» per sposare la causa indipendentista. Sebbene, sull'onda di quella sociale, alcuni dirigenti volessero sottoporre la questione all'assemblea dei soci del prossimo 18 ottobre. Nel braccio di ferro fra il governo della Generalitat e quello di Madrid, che si è opposto al referendum indipendentista convocato in Catalogna per il 9 novembre, sospeso cautelarmente dalla Corte costituzionale, il soccorso blaugrana è più di una boccata d'ossigeno per la causa ‘soberanista'. Anche se non dirada le incognite che pesano sul futuro del club. A ricordarle è stato martedì il presidente della Federcalcio, Javier Tebas, per il quale il Barcellona ed 'Espanyol sarebbero automaticamente fuori dalla Liga, dovendo giocare in un campionato nazionale catalano. Non solo addio al Clasico Barca-Real Madrid, ma derby al Camp Nou del tipo Barcelona-l'Hospitalet de Llobregat. Secondo Tebas, i blaugrana potrebbero militare solo in un campionato domestico, con evidenti danni d'immagine a livello mondiale. E nemmeno potrebbe giocare nella Ligue I francese, come hanno suggerito alcuni indipendentisti, ricordando il caso del Monaco. La Catalogna indipendente guarda al modello di Andorra, metà paradiso fiscale e metà zona franca…ed è là che forse il Barça potrebbe giocare in un campionato di inter-liga.





Come noto,il 28 settembre la Corte costituzionale, accogliendo il ricorso del governo di Madrid, ha decretato la sospensione cautelare. Nel conto alla rovescia fino al 9 novembre, si sono aperte crepe nel fronte indipendentista, sempre più diviso fra chi – come repubblicani di Erc e Cup- sono disposti a tenere comunque un referendum illegittimo, con l’apertura di una crisi istituzionale senza precedenti; e chi, come il partito CiU del presidente Artur Mas e parte di Icv, non vuole portare lo strappo alle estreme conseguenze, rischiando l’incriminazione per abuso d’ufficio. Sfuma sempre più l’ipotesi del referendum, anche se quella alternativa di elezioni anticipate non piace nemmeno al partito al governo, in caduta libera nei sondaggi.



La posta in gioco con l’indipendenza è alta nella regione più ricca della Spagna, con un Pil di 200 miliardi, pari al 20% di quello spagnolo. Oggi l’81% dei catalani è a favore del referendum sulla sovranità, anche se la percentuale di coloro che voterebbero l’indipendenza è in flessione: il 47,2% a fronte del 51% dei contrari secondo l’ultimo sondaggio de El Periodico de Catalunya.