Gli altri incolpati che avevano fatto appello sulle condanne erano gli ex direttori di gara Salvatore Racalbuto, che passa da un risarcimento di 100mila euro a 33mila, Marco Gabriele (da 50mila a 8.300 euro), l'allora designatore degli assistenti Gennaro Mazzei (da 30mila a 10mila) e i guardialinee Stefano Titomanlio (da 20mila a 6.600) e Claudio Puglisi (da 10mila a 3.300).
La condanna in primo grado si fondava sull'esistenza di un sistema di rapporti impropri e illeciti diretti ad interferire sul regolare andamento del campionato italiano di serie A 2004-2005. La Corte (presidente Stefano Imperiali) ha ritenuto fondati gli appelli unicamente sulla quantificazione del danno, tranne che per Bertini per cui invece la condanna è stata annullata. Si conferma invece l'affermazione di responsabilità amministrativa per danno d'immagine nei confronti del Coni, «ente esponenziale al quale la legge ha intestato, in modo diretto e immediato, la promozione e la tutela dell'interesse generale alla regolarità delle competizioni sportive». La nuova quantificazione dei risarcimenti è dovuta al fatto che il danno complessivamente stimato era con riferimento a tre soggetti istituzionali (Figc, Coni e Ministero delle politiche giovanili e delle attività sportive) e per questo l'importo complessivo della condanna di ciascuno va diminuito dei due terzi, mentre per Lanese e Gabriele la riduzione è superiore.
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