Camillo: «Il Civitavecchia ha bisogno di ritrovare soprattutto serenità»

Camillo: «Il Civitavecchia ha bisogno di ritrovare soprattutto serenità»
di Pierluigi Cascianelli
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Mercoledì 22 Febbraio 2017, 17:08
Ripartire con la testa e dal 4-4-2. Pasquale Camillo espone la sua ricetta per riaccendere il motore ad un Civitavecchia discontinuo, abbacchiato e lontano 7 punti dall'obiettivo secondo posto. Ieri l'ex tecnico di Ceccano, Fregene e Lepanto ha diretto il suo primo allenamento in nerazzurro. Una seduta breve, con partitella finale e confronto faccia a faccia con una decina di giocatori. Colloqui individuali che sono serviti al nuovo tecnico per rompere il ghiaccio con la squadra: «Ho visto dei ragazzi ansiosi, non a posto dal punto di vista mentale - dichiara Camillo - dovrò lavorare soprattutto su questo aspetto. Ho detto loro di rimanere sereni, se faremo il nostro domenica prossima la squadra tornerà alla vittoria, ne sono certo».

Il tecnico ha scelto il Civitavecchia senza tentennamenti:
«E' una piazza molto importante, non potevo dire di no, e poi "stavo a spasso", quindi tornare ad allenare era un mio obiettivo. Questa società per me rimane una garanzia». Un'affermazione pesante, soprattutto dopo i sette avvicendamenti in panchina in questi primi sei mesi di stagione: «L'uovo di Pasqua? Lo mangerò di sicuro. Qui c'è una situazione particolare, ma penso che i cambiamenti sono diventati una tradizione in tante realtà. Mi auguro di essere l'ultimo tecnico del Civitavecchia per quest'anno e di fare questi due mesi di campionato in serenità».
Camillo predilige il 4-3-3, ma in nerazzurro si affiderà ad un altro modulo:
«Dobbiamo partire dalle cose semplici, inizieremo col 4-4-2. Vedo bene Vegnaduzzo e Cerroni insieme, poi aspetto il rientro a grandi livelli di Laurato». Domenica c'è subito un derby delicato. Al Fattori arriva il Tolfa: «E' una squadra granitica, pericolosa, ma noi dobbiamo vincere per forza».

Se Camillo sembra avere le idee chiare su ciò che dovrà fare per evitare l'ennesimo esonero targato Civitavecchia, Carmelino due giorni dopo la decisione della società trova le forze per fare delle considerazioni, facendo le valigie da signore.
C'è spazio innanzitutto per i ringraziamenti:
«Che vanno al Civitavecchia e a chi mi ha dato la possibilità di allenare in questa importante piazza - afferma l'allenatore - poi un pensiero ai tifosi, auguro a loro e alla squadra le cose migliori in questa stagione e nelle prossime. Lo meritano davvero».

L'amarezza però rimane, anche perché il progetto play off sembrava ancora in piedi, nonostante la sconfitta di Ladispoli:
«Sono molto dispiaciuto, pensavo di poter andare avanti. Come sono andate le cose? Il presidente non l'ho mai sentito dopo Ladispoli. Ho parlato solo con il ds (Fabietti, ndc), ma penso che la società in quel momento era già a pranzo con il nuovo allenatore».
Carmelino infine elenca quelli che per lui sono stati dei fattori penalizzanti da quando si è seduto sulla panchina nerazzurra:
«Innanzitutto ci metto gli episodi arbitrali a sfavore, in primis il rigore inventato dato al Monterotondo, ma anche gli infortuni a giocatori del calibro di Laurato, Garat e Luciani, oltre alle squalifiche ingiuste. Lascio il Civitavecchia sapendo di aver dato tutto, spero che il club possa raggiungere i traguardi ambiti».

Intanto si rincorrono due voci, la prima è legata al motivo per cui la società avrebbe esonerato Carmelino, vale a dire per il mancato utilizzo dal 1' di Jonis Khoris a Ladispoli, ma il calabrese però dichiara:
«Non sono ancora disponibile, ho giocato mezzora grazie ad un'infiltrazione». Inoltre si parla di possibili tagli alla rosa dopo l'arrivo del nuovo tecnico. Tra i papabili Giulio Tagliabue, che domenica scorsa, dopo l'ultimo cambio operato da Carmelino, ha lasciato la panchina mezzora prima del 90'.
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