«Gol di Ramos in fuorigioco», tifoso dell'Atletico fa causa all'Uefa

Il contestato gol di Sergio Ramos
2 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Novembre 2016, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 15:35
Il derby di finale Champions perso contro il Real lo scorso 28 maggio a San Siro non gli è ancora andato giù e così Jose Antonio Campn, socio n.8.856 dell'Atletico Madrid, ha pensato bene di intentare una causa contro l'Uefa e l'arbitro Mark Clattenburg per «risarcimento danni». Il motivo? Il gol di Sergio Ramos in fuorigioco che, a dire del focoso tifoso colchoneros «ha alterato la concorrenza, a beneficio di una delle due squadre», violando i suoi diritti di consumatore. La causa, rivela oggi lo spagnolo “AS”, è stata presentata davanti al giudice di Leganés e l'azione legale chiede un indennizzo di 1.660 euro (160 del prezzo pagato per l'ingresso al “Meazza” e 1.500 per i danni morali), indicando l'Uefa come responsabile dell'accaduto, «non aver utilizzato tutti i mezzi
necessari per garantire il rispetto delle regole e scegliere le persone (Clattenburg, ndr) meglio di quanto non sia stato fatto».

Nel merito, la richiesta del tifoso riporta a galla il dibattito sull'utilizzo della tecnologia nel calcio per evitare tali errori: «Chiediamo che anche nel sistema calcio vengano utilizzati i mezzi tecnici già applicati in altri sport. Questi errori sono sempre a scapito dei più deboli», ha detto Jose Antonio Campn ad “AS”. Ancora più agguerrito l'avvocato Carlos Mendez: «Se la nostra istanza sarà accolta, sarà applicabile a livello europeo. Gli strumenti tecnologici esistono ma nel calcio ancora non vengono messi a disposizione. Quello che chiediamo è che le regole siamo rispettate. Se si va al cinema e l'audio non funziona i soldi vengono restituiti. Per il calcio dovrebbe valere lo stesso principio. La legge c'è ma non viene applicata, perché c'è negligenza. Per questo abbiamo presentato la denuncia contro il datore di lavoro (l'Uefa) e il lavoratore (Clattenburg), quali responsabili dell'accaduto. Vogliamo solo che ci venga riconosciuto il nostro diritto e per questo chiediamo un importo ragionevole, non vogliamo certo diventare milionari», conclude.
© RIPRODUZIONE RISERVATA