ERRORI E TIMORI
I giocatori, appena rivedranno il match, si renderanno conto di che cosa sono stati capaci di fare. Avrebbero dovuto chiudere la gara nella ripresa, realizzando la seconda rete, e gestire meglio la palla nelle fasi conclusive del match. E soprattutto evitare la ritirata davanti a De Sanctis, atteggiamento che ha invitato all'assalto i rivali che a quel punto ci hanno provato. A Garcia non sono sfuggiti i difetti della prestazione in Russia: li ha già evidenziati nel dopo partita. A quelli deve sommare le sue mosse in corsa. Hanno inciso sul pari. In particolare Strootman, penultimo e inutile cambio. Tra l'altro al posto di Nainggolan, il migliore del secondo tempo. Palla buttata dall'olandese e 1 a 1, con dormita di Astori e De Sanctis sul lancione senza pretese di Berezutski. Peccato per quella rete arrivata dal cielo come il fulmine che non ti aspetti. Perché la prova della Roma, almeno nella prima parte, è stata più che dignitosa. Controllo totale della gara, senza farsi condizionare dalle condizioni atmosferiche: spruzzi di neve e temperatura sotto lo zero (meno 6). In tribuna, per non fa sentire soli i protagonisti, anche più di 200 imbucati. All'Arena Khimki nemmeno il terreno di gioco, erba alta e buche, ha creato problemi ai giallorossi che per quarantacinque minuti hanno avuto quasi il 70 per cento di possesso palla, lasciandolo poi, e non si sa perché, al Cska nella ripresa.
SPARO NEL SILENZIO
A parte la parata di De Sanctis su Doumbia, nessun rischio per la difesa in piena emergenza. Florenzi a destra e Holebas a sinistra hanno dato il giusto contributo sia come marcatori che nella spinta. Meglio il primo per l'intensità e il coraggio. E' arrivato al tiro due volte, prima e dopo la rete di Totti, conquistando anche la punizione che ha sbloccato il risultato. Il capitano ha provato a spingere la sua Roma direttamente agli ottavi. Si è presentato al limite dell'area e ha calciato forte la punizione conquistata dall'azzurrino. L'ultima trasformazione di potenza, a parte i rigori, è quella di 2 campionati fa: il 17 marzo 2013, all'Olimpico, per il 2 a 0 contro il Parma. Il suo gol numero 18 in Champions e il 294° in maglia giallorossa avrebbe dovuto dare certezze ai suoi compagni che, invece, si sono come impauriti. Il capitano ha continuato a disegnare calcio, sistemandosi a volte sulla fascia sinistra come faceva con Zeman e lasciando spazio al centro a Gervinho, mai acceso. Meglio Ljajic che nel tridente, di questi tempi, ci sta benissimo. Garcia è intervenuto con tre sostituzioni. Inconcepibile, invece, a 6 minuti dal recupero, l'ingresso di Stroootman per Nainggolan. La Roma, intanto, è indietreggiata senza motivo. Quasi impaurita quando ormai era fatta.