Garcia, l'ottimismo: «Il destino è nelle nostre mani, la Roma può andare avanti in Champions. Maicon? Non era pronto»

Garcia, l'ottimismo: «Il destino è nelle nostre mani, la Roma può andare avanti in Champions. Maicon? Non era pronto»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Novembre 2014, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 21:59

Il tecnico della Roma Rudi Garcia e il portiere Morgan De Sanctis in sala stampa dello stadio del CSKA per la solita conferenza prepartita. Queste le loro parole: «Fare un bilancio sulle trasferta è riduttivo, bisogna guardare tutto da inizio stagione. Siamo davanti in campionato e ci possiamo qualificare. Non abbiamo fatto tutto perfetto ma abbastanza bene per essere in corsa per tutto», le prime parole dell'allenatore.

La Champions. «Come vantaggio il risultato dell'andata, ma non aspetteremo nulla e faremo di tutto per vincere questa partita anche se sarà difficile.

Quando c'è stato il sorteggio nessuno pensava dopo quattro gare era possibile qualificarci alla quinta gara. Vuol dire che abbiamo fatto il nostro e che dobbiamo continuare a fare il nostro. Inizia domani o continua domani, questa cosa».

Su Maicon. «Non è ancora pronto a giocare domani, solo questo. Non si è allenato nessuna volta con la squadra. Avevo previsto di portare tutti quelli che avevano una chance di giocare. Anche Torosidis aveva il biglietto aereo, infatti normalemente ieri abbiamo valutato sia Maicon che lui. Nessuno dei due era pronto».

Il match a porte chiuse. «Una partita senza tifosi non è il vero calcio. La cosa che mi auguro domani è che voi, contrariamente al solito, potrete ascoltare tutti i discorsi che si fanno in campo. Sono uno che non voglio una squadra muta, vedrete domani che in capo le informazioni corrono tanto, anche di più dei giocatori».

Parola a De Sanctis.

«Considerando quello che è successo nei primi due mesi e mezzo, è evidente che non siamo stati fortunati per queste situazioni che non ci hanno permesso di essere semrpe tutti che ci hanno permesso di recuperare energie. Quando si è in 25 si può fare. Questa è una difficlotà, ritengo che la prima parte della stagione è ottima», spiega il portiere.

Le condizioni fisiche. «C'ho messo un po' per mettermi a posto. Col mister avevamo fatto un discorso: per giocare ogni tre giorni bisogna essere al 100%, lui ha la facoltà di scegliere. Adesso sono passati due mesi dall’infortunio contro il Verona e sono pienamente recuperato».

Il freddo e le porte chiuse. «Nella mia carriera ho giocato spesso in condizioni estreme, il ruolo del portiere è il più delicato perché c'è poco movimento e le estremità mani e piedi si raffreddano subito. Ci sono dei sistemi che possono rallentare questo raffreddamento, noi ci siamo predisposti per far in modo che questo freddo possa essere tecnicamente combattuto. Dobbiamo essere pronti con la testa nel capire le condizioni del terreno di gioco che sono fondamentali. Il vantaggio loro è di conoscere questo campo e queste condizioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA