Allegri: «La Juventus sarà in semifinale,
abbiamo un vantaggio, ma serve il gol»

Allegri: «La Juventus sarà in semifinale, abbiamo un vantaggio, ma serve il gol»
di Luca Pasquaretta
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Martedì 21 Aprile 2015, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 22:18

Spetta al tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, raccontare la sfida con il Monaco, per il ritorno dei quarti di finale di Champions League, sfumando il ruolo da favoriti. «Se sapessi la tattica sarebbe il massimo, per passare bisogna fare gol ,c'è da giocare una partita giusta sotto il profilo della tecnica, dell'attenzione. Ora li conosciamo un po' meglio. E' una squadra molto complicata da affrontare, difendono bene, hanno giocatori tecnici e con grande fisicità. I dettagli possono fare la differenza, sarà una partita lunga».

L'apice della mia carriera? «I quarti li ho già giocati, la semifinale non ancora. Questa squadra può e deve fare questo passo. Domani può essere una giornata storica. Bisogna essere orgogliosi di questi ragazzi. La formazione non l'ho ancora decisa, anche perché la partita sarà lunga, saranno fondamentali i cambi».

E ancora: «Quando sono arrivato alla Juve credevo di poter fare un’annata importante, ero convinto che potevamo arrivare a marzo come dice sempre il presidente ed essere competitivi in tutte e tre le competizioni. L’ansia europea? Questa squadra ha grandi mezzi, ha grandi qualità caratteriale e morali, non bastano solo quelle tecniche per vincere. Il gruppo ha una buona consapevolezza, non ancora tutta, possiamo ancora migliorare. Non bisogna essere più forti, ma più bravi. Giocheremo una grande partita e riusciremo ad arrivare in semifinale».

Parola poi a Buffon: «È' una partita importante per me e per la società, se riuscissimo a scavalcare questo turno la juve metterebbe un marchio importante pure a livello europeo, dimostrerebbe che siamo tornati, aumenta le responsabilità e l'orgoglio di poterci esserci. Le polemiche per il rigore dell'andata? Non le abbiamo vissute in Italia. In Europa è diverso».

Ed inoltre: «Per portare in parità la partita di domani gli basta un gol, hanno tutte le carte in regola per ribaltare questo risultato, da parte nostra non veniamo a fare le vittime sacrificali o vedere sulla nostra pelle quanto sono bravi. Il mio auspicio è quello di giocare e vincere la Champions, manca nella mia bacheca e manca da troppo in quella della Juve. Sono un po’ a scadenza (risata, ndr), se si facesse il prima possibile, non sarebbe male».

La mente corre veloce a quel pomeriggio del 15 luglio dopo le dimissioni di Conte. «Ci siamo responsabilizzati, era difficile essere continui e concentrati per 8/9 mesi, noi giocatori abbiamo dato ottime risposte, dimostrando di essere affidabili, i successi dipendono anche dal tecnico e dalla società, tutti insieme, il mister è entrato in sintonia immediatamente, la risposta di luglio era stata d’istinto, in mezzo c’era l’oceano, siamo stati tutti bravi. Il 2006? Pur non essendo un’ossessione la Champions, sono 20 anni che ci bazzico. Alcune volte ci ho sperato tanto, siamo partiti con la convinzione e la consapevolezza di voler fare un’ottima stagione in Champions.

Ci bruciava la ferita dell’anno scorso, non volevamo commettere gli stessi errori. Per vincere un briciolo di fortuna di vuole, la fortuna aiuta gli audaci e chi se lo merita. Credo sia presto per fare dei voli pindarici, siamo a buon punto».