Ciro Immobile: «La Lazio è un punto di arrivo. Io erede di Klose? Grande responsabilità»

Ciro Immobile: «La Lazio è un punto di arrivo. Io erede di Klose? Grande responsabilità»
di Valerio Cassetta
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Agosto 2016, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Il nuovo attaccante della Lazio, Ciro Immobile, è stato presentato presso il centro sportivo di Formello. Il ds Igli Tare ha aperto la conferenza stampa, dando il benvenuto all’ex punta del Siviglia:

«Siamo qui pre presentare il secondo acquisto per questa nuova stagione. gradi qualità dimostrare negli anni con esperienza internazionale. ha tutti i requisiti per giocare nella Lazio sperando che trasmetterà tutto quello che è necessario per vincere qualcosa di importante insieme. Da parte nostra e dei tifosi ci sono grandi aspettative verso di lui. Lui esprime grinta e determinazione, valori dei tifosi laziali».


Poi ha preso la parola Ciro Immobile:

«Ringraziao direttore sono felice delle sue parole che mi caricano. La società importante con più 110 anni di storia, e grandi organizzazioni. ho visto da subito grande proessionalita ci metterò grinta e voglia. speriamo di toglierci soddisfazioni insieme.



Primi contatti. «Già durante l’Europeo ci sono state battutine con il presidente Lotito che era lì, e si è creato questo feeling».


Erede Klose. «Sarà una grande responsabilità. Dopo essere stato etichettato come l’erede di Lewandowski e Bacca, spero di fare bene. Miro ha lasciato un gran ricordo, è un campione ed è giusto che il centravanti della Lazio abbia grandi responsabilità».


Derby. «Si me ne hanno parlato. Lo conosco bene, l’ho visto in tv. Sarà una partita speciale».


Aspettative. «A Dortmund, al di là delle difficoltà, abbiamo avuto dei problemi di squadra, a gennaio eravamo ultimi in classifica. Quell’anno ho fatto 4 gol in Champions e sono comunque contento. L’anno scorso al Siviglia non ho avuto mai la possibilità di esprimermi al meglio e ho deciso di andare al Torino perché avevo voglia di mettermi in gioco per disputare l’Europeo. Questo anno spero sia una stagione di rilancio per me e per la Lazio».


Scelta. «A 26 anni arrivo alla Lazio sono nel pieno della maturità, sono felce di questa scelta, perché ho conosciuto i compagni e sono un bel gruppo. La società ci dà una mano, e poi Peruzzi è sempre vicino a noi».


Nazionale. «Adesso che sono in Italia mister Ventura potrà vedermi più da vicino, anche se già mi conosce».


Maglia numero 17. «E’ un ritorno alle origini di Pescara. Inoltre, mia moglie  è nata il 17 luglio, poi spero di poter far come Tare (anche il ds ai tempi della Lazio indossava quel numero, ndr)».


Gol. «Le reti non si promettono mai, ma ce la metterò tutta. Spero di farne il più possibile».


Capocannoniere. «Col Torino girava tutto bene. Quando sono venuto qui ho parlato con i nazionali e con il presidente nel dire che l’attaccante è importante, ma anche la squadra. Al mister Inzaghi piace giocare il 4-3-3 e con la palla a terra. Conosco già questi movimenti».


Modelli laziali. «Conosco Signori e Giordano che è un grande attaccante e non sbagliava mai davanti alla porta».


Ambizioni. «La Lazio è un punto di arrivo, non di partenza, e deve ambire a tanti traguardi, ad arrivare più in alto possibile in campionato e tornare in Champions.

E’ un discorso generale perché la Lazio ha tanta storia e deve mettersi in mostra nel calcio internazionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA