Chelsea, Conte: «Il mio ritorno in Nazionale? Tutto può succedere»

Chelsea, Conte: «Il mio ritorno in Nazionale? Tutto può succedere»
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Martedì 20 Febbraio 2018, 23:40
«Il mio possibile ritorno in Nazionale? Ho un contratto con il Chelsea fino al 2019 e intendo rispettare questo contratto: però, nel calcio si sa, può accadere di tutto. Si può essere felici, ma bisogna essere in due per proseguire i matrimoni. Il nostro è un lavoro particolare, siamo sempre con la valigia in mano». Così Antonio Conte, nel dopopartita di Chelsea-Barcellona, risponde ai microfoni di Premium sport a una domanda sul possibile ritorno alla guida della Nazionale azzurra, che lasciò dopo l'Europeo del 2016, in Francia. «Sono stato molto chiaro in passato, la mia intenzione è di rimanere qui ma, se dovesse cambiare qualcosa, gli scenari che potrebbero aprirsi sarebbero diversi», conclude Conte. 

«Sono rammaricato e dispiaciuto: quando giochi queste partite, e affronti squadre come il Barcellona, per ottenere il massimo, devi giocare la partita perfetta. Per nove-decimi ci siamo riusciti. Abbiamo dato tutti il 120 per cento, ma la dea bendata non ci ha dato una mano; sapevamo i loro punti forti e dove poter fare male, avevamo preparato molto bene questa partita».
Lo dice Antonio Conte, allenatore del Chelsea, parlando a Premium sport, dopo il pareggio in Champions con il Barcellona in casa. «Servirà una grandissima impresa a Barcellona, ma la qualificazione è ancora aperta - aggiunge -. Contro gente come Suarez e Messi non si possono commettere certi errori. Le continue voci su un mio possibile esonero? Qui in 14 anni sono stati cambiati più di 10 allenatori, è la storia del Chelsea e la stampa gioca molto su questa abitudine: al primo risultato negativo c'è subito chi parla di esonero. Per me non c'è alcun problema, anzi a me la pressione piace, spero però non condizioni i giocatori». Conte conclude ammettendo che ha escluso inizialmente Morata, perché «nella fase di non possesso non potevo rinunciare a due uomini. Mi serviva una squadra più equilibrata e, in questi casi, un tecnico non deve guardare in faccia nessuno».

 
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