«Il successo di una squadra - ha sottolineato Papa Francesco parlando ai calciatori - è il risultato di una molteplicità di virtù umane: l'armonia, la lealtà, la capacità di amicizia e di dialogo, la solidarietà; si tratta dei valori spirituali, che diventano valori sportivi. Esercitando queste qualità morali, voi potete far risaltare ancora di più la vera finalità del mondo dello sport, segnato, a volte, anche da fenomeni negativi. Si tratta semplicemente di dimostrare che ognuno di voi, prima di essere un calciatore, è una persona, con i suoi limiti e i suoi pregi, ma soprattutto con la propria coscienza, che spero sia sempre illuminata anche dal rapporto con Dio. Non vengano mai meno, quindi, tra di voi il gusto della fraternità, il rispetto reciproco, la comprensione e anche il perdono. Fate in modo - è stato l'appello del Papa - che l'uomo sia sempre in armonia con l'atleta. Siate campioni nello sport, ma soprattutto campioni nella vita! Esaltate sempre ciò che è veramente buono e bello, mediante una schietta testimonianza dei valori che devono caratterizzare l'autentico sport; e non temete di far conoscere con serenità ed equilibrio al mondo dei vostri ammiratori i principi morali e religiosi ai quali desiderate ispirare la vostra vita».
In occasione della visita, la delegazione ha regalato a Papa Francesco le maglie delle due squadre finaliste di Tim Cup e una riproduzione della Coppa.
In apertura, il discorso del presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta. Il quale, esprimendo la sua riconoscenza «a nome di tutta la famiglia del calcio italiano» per l'incontro con il Pontefice, ha spiegato che il calcio va oltre le distinzioni di razza, religione e cultura e per questo può essere considerato «un grande alfabeto comune», capace di promuovere i valori del rispetto altrui e della lealtà: «Molti dei campioni che sono qui oggi - ha quindi concluso Beretta rivolgendosi al Papa - sono straordinari ambasciatori nel mondo, di valori a cui crediamo».
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